Mentre in Israele è ufficialmente partita la campagna di diffusione della terza dose del siero benedetto, sempre laudando in saecula saeculorum, già in Europa si parla a piè sospinto e da più parti dell’impellente cominciamento della distribuzione della terza dose che probabilmente partirà, in alcuni casi, da settembre.
Sappiamo che già in Germania ad esempio, in Inghilterra e pure in Italia si parla, apertis verbis, di questa opzione che ogni giorno diventa più plausibile. Addirittura diversi Ministri della Sanità, ed insigni esponenti del grande Capitale farmaceutico, ci spiegano con zelo e con parole melliflue che richiami periodici e sempre nuove dosi, come per l’influenza, saranno la nuova normalità per gli anni a venire.

A tal riguardo apprendiamo da Adnkronos.com in data 2 agosto 2021 quanto segue: “Vaccino Covid: serviranno terza e quarta dose”. Mentre voi dovete ancora fare ancora la seconda dose del sempre laudando serio benedetto e pensate alla terza autunnale, spunta già la quarta dose. Se non capite siete davvero in lockdown cognitivo permanente. Possiamo dire ragionevolmente che quello che sta avvenendo dovrebbe indurci a vedere le cose da una diversa prospettiva, dovrebbe fare suonare un campanello d’allarme in tutti coloro i quali che ancora non sono del tutto in balia dell’irrazionale, coloro i quali cioè non siano precipitati nel nuovo antro platonico delle ombre scambiate o per verità. La benedizione con sempre nuove dosi non è forse destinata asd essere parte della nuova normalità coessenziale al Leviatano tecno-sanitario.
Dobbiamo chiederci con la massima onestà intellettuale con una certa preoccupazione, se la benedizione con il sacro siero anziché condurci celermente fuori dall’emergenza, facesse essa stessa parte dell’ emergenza perpetua come nuova normalità, come nuovo governo delle cose e delle persone, come nuova inedita essenza della biocrazia legata al coronavirus. È una domanda seria che non possiamo non porci e che ciascuno di noi ha davvero il dovere di sollevare nel quadro di questo terrifico leviatano tecno-sanitario.

Distanziamento sociale, mascherine protettive, digitalizzazione del mondo della vita e a questo punte la sempre reiterata benedizione mediante nuove dosi, non devono essere considerate misure provvisorie per consentire l’esodo dell’ emergenza, non le si deve pensare cioè come strategie tese a produrre il ritorno quanto più celere al mondo pre-pandemico al quale eravamo avvezzi, ma devono essere concepite come parti irrinunciabili di una nuova orwelliana normalità. Nuova normalità che appunto si fonda sull’emergenza perpetua ed interminabile e conseguentemente sul durare perpetuo ed interminabile delle misure d’emergenza, tra queste misure d’emergenza troviamo la somministrazione del siero benedetto e sempre laudando. Se così fosse, e se la mia ipotesi di lavoro avesse una sua tenuta, ne seguirebbe che i più continuerebbero a sottoporsi, magari per lustri, al siero benedetto, pensando che quella si la via di fuga dall’emergenza, non si accorgerebbero in tal guisa del fatto che proprio grazie alla loro ripetizione ininterrotta delle benedizione l’emergenza può seguitare, ma del resto lo sappiamo che i più obbediscono all’ingiunzione spesso palesemente assurde del potere iatocratico dal che pensano che quella sia la via per uscire dall’emergenza, mentre l’emergenza prosegue perché i più si ostinano ad obbedire cadavericamente. Per questo sarebbe oggi più che mai di vitale importanza tornare a leggere il Discorso della Servitù volontaria di Étienne de La Boétie, il suo teorema fondamentale recita smettete di obbedire ed ecco che sarete liberi.

Se, ripeto e sottolineo se, la mia ipotesi interpretativa fosse verace allora il paradosso sarebbe lampante e rivelerebbe una volta di più come vi sia del metodo in questa follia. Che si tratti peraltro di una situazione ampiamente paradossale per non dire folle emerge da un fatto semplicissimo da riscontrare, un fatto a quale molti oggi non hanno prestato la debita attenzione: ci stano ampiamente dicendo, come fosse la cosa più normale del mondo, che che se X si ammala ed è benedetto dal siero, è colpa di Y che sta bene e non è benedetto dal siero.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro