Ho avuto l’occasione di conoscere i genitori di Giulio Regeni. La manifestazione che si teneva a Grado è intitolata a lui.
Come abbiamo visto molti Municipi italiani hanno uno striscione con scritto: “Verità e giustizia per Giulio Regeni”. Il problema è che nessuno la vuole questa giustizia.
Non la vogliono gli egiziani, che nel migliore dei casi si sono sbagliati e nel peggiore hanno agito in maniera premeditata, magari con altri scopi eterodiretti. Comunque hanno ucciso, torturato e infangato la memoria di un giovane ricercatore.

Non sembrano però volere questa verità neanche le autorità italiane, troppo impegnate ad avere rapporti di buon vicinato e di mercanteggiamento – di armi soprattutto – con l’Egitto. Non si mettono certamente a porre in difficoltà gli egiziani.

I malintesi sensi di democrazia, nell’Africa settentrionale, si pongono sempre: non si riesce ad ottenere un grammo di democrazia in più e non si arriverà mai alla verità visto che si continuano a vendere armi di quel Paese, un gendarme dell’Occidente, in Africa. Sarà difficile ottenere giustizia ma sarà importante provare a perseguirla, anche sostenendo i genitori e mettendo in luce tutte le volte che si può quanto sia dissonante il mondo da quelle parti e abbiano poco valore le vite umane e la parola, la verità. Giulio Regeni è stato torturato e ucciso, ritenuto a torto una spia.
Dopo tutti questi anni noi non siamo riusciti ad ottenere neanche una manifestazione formale di opposizione a questo regime sanguinario e crudele. Ma che per molti dev’essere comodo.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi