Il grande inganno di fare credere che uno Stato sia un’impresa e vada gestito come un’impresa è un falso storico. Di qui le solite ricette del neoliberismo: taglio di spesa pubblica e svendita di asset statali, attraverso le privatizzazioni. Le conseguenze sono l’aumento della disparità di reddito e di ricchezza tra i cittadini dello Stato. Il mito del mercato che si regola da sé, in assenza cioè dell’intervento pubblico in economia, è dimostrato dall’esplosione del coefficiente di Gini. Tale indicatore, che raggiunge valore zero in caso di piena redistribuzione di ricchezza e valore uno in caso di totale disparità, cresce continuamente nei Paesi occidentali. In particolare in Italia da troppi anni.

Questo è l’argomento di oggi: l’ingiustizia. Questo coefficiente misura sostanzialmente la sperequazione, la mancanza di redistribuzione di ricchezza. Quello che è successo con le politiche neoliberiste, che vanno di moda nel pensiero unico neoliberista (quello che voi ascoltate dai telegiornali). Tutto questo mostruoso castello di menzogne è servito per trasferire la ricchezza dai poveri ai ricchi.

Ecco il vero disegno di tutto ciò. Il vero disegno è quello di dare delle ricette che vengono vendute come le uniche possibili, come dei dogmi indiscutibili. Taglio di spesa pubblica, svendita di asset statali; abbiamo svenduto le strade, le banche, abbiamo svenduto tutto quello che era patrimonio pubblico con un dogma, quello delle privatizzazioni. Tra l’altro il presidente del Consiglio Draghi fu il massimo autore di questa politica negli anni ’90, quando era direttore generale del Ministero del Tesoro.

La presunta efficacia del sistema privato su quello pubblico è tutta da dimostrare. Anzi, è stato ampiamente dimostrato il contrario. Noi abbiamo avuto crollo di ponti, perdita di competitività, distruzione di valore di aziende statali e questo mito del mercato che si regola da sé ha creato il fatto che ci sono sempre meno ricchi molto ricchi e sempre più poveri molto poveri.

Malvezzi​ Quotidiani, pillole di economia umanistica con Valerio Malvezzi