Una strana commistione politica riaccende le luci sulla riforma della giustizia in Italia. Nella giornata di ieri il leader della Lega Matteo Salvini insieme al Segretario del Partito Radicale Maurizio Turco e alla presenza di esponenti di ambedue le fazioni hanno lanciato sei referendum per modificare l’impianto di uno dei motori del Paese.

Responsabilità civile dei magistrati, abolizione dell’obbligo della raccolta firme per i magistrati che vogliano candidarsi al Csm, abrogazione della legge Severino, separazione delle carriere tra magistratura requirente e giudicante, diritto di voto per i membri non togati nei consigli giudiziari, limitazione alla custodia cautelare: sono questi i temi dei quesiti che verranno depositati domani in Corte di Cassazione.

La via per una riforma attesa da troppo tempo potrebbe passare così dalle mani di chi poi vive ogni giorno disagi e disastri legati alla macchina della giustizia, ovvero i cittadini italiani. Che il sistema vada cambiato radicalmente è ormai espressione comune tra i politici e gli addetti ai lavori. Arriverà prima o poi il cambio di passo? Lo spera l’avvocato Fabio Frattini, membro dell’Unione Camere Penali, che ne ha discusso in diretta con Stefano Molinari.

Ecco l’intervento dell’Avv. Frattini a Lavori in Corso.

“I giudici non si sentono completamente liberi”

“Il nostro è un sistema in virtù del quale il Pubblico ministero è deputato a raccogliere ogni elemento utile a promuovere l’azione in giudizio. Questo giudizio si svolgerà davanti un giudice che dovrebbe essere terzo, quindi il giudice dovrebbe decidere se ha ragione l’accusa (il Pubblico ministero) o la difesa (gli avvocati). Il problema qual è? Che il giudice e il Pubblico ministero appartengono allo stesso ordine, hanno la stessa carriera. E accade nella maggior parte dei casi che a stabilire se quel giudice dovrà o no essere promosso, dovrà o no fare carriera, saranno coloro che sono al Csm. Nella maggior parte dei casi sono controllati dalle Procure, dai magistrati. Questo capisci bene che non li fa sentire completamente liberi. I giudici invece devono essere completamente liberi. Questa è la nostra battaglia di sempre: liberare i giudici dalla morsa dei Pm”.

“Custodia cautelare solo in casi estremi”

“La custodia cautelare è un qualche cosa che dovrebbe essere utilizzata solo in casi estremi. Invece la popolazione carceraria, per circa un terzo è formata da soggetti in attesa di giudizio. Sono persone che non sono ancora state considerate colpevoli o innocenti, ma che stanno in carcere a prescindere dal loro riconoscimento di colpevolezza”.

“Definire un nuovo sistema della giustizia”

“Riforma giustizia? Noi abbiamo le idee chiare, se potremo daremo il nostro contributo per chiarirle al ministro Cartabia che ne sa e ne capisce. Ci auguriamo che si possa arrivare una volta per tutte a definire un nuovo sistema che sia veramente giusto, che ci possa far considerare un Paese democratico”.