Un grande passo verso il ritorno a una normalità ormai dimenticata. Potrebbe essere questo il valore che avrebbe un’imminente fine dell’obbligo di indossare le mascherine all’aperto, forse lo strumento che più di ogni altro ha segnato questa storia epidemica. Il Governo italiano ci sta seriamente pensando, anche perché sporgendo il naso al di là dei nostri confini assistiamo già all’abrogazione di queste misure. Lo è da ieri in Francia, dove il premier Jean Castex ha annunciato che non saranno più obbligatorie all’aperto tranne che in alcune circostanze, come in caso di assembramenti, in fila e negli stadi. Lo sarà dal 26 giugno in Spagna, con il provvedimento anticipato dal primo ministro Pedro Sanchez.
Tutto fa pensare che anche in Italia accadrà lo stesso a stretto giro, ma ancora niente di ufficiale. L’idea dell’Esecutivo a guida Draghi sulle mascherine è di anticipare lo stop all’aperto dal 15 al 1° luglio, mentre l’Italia si prepara a entrare tutta in zona bianca da lunedì 21 giugno (a parte la Valle d’Aosta). Ma chissà che ulteriori sviluppi non arrivino già nelle prossime ore.
Secondo il deputato della Lega Claudio Borghi “dovevamo farne a meno anche prima”. Intervenuto in diretta ai microfoni di Stefano Molinari, l’Onorevole ha manifestato il suo dissenso nei confronti del dispositivo di protezione individuale perché “non esiste un singolo studio che dica che la mascherina all’aperto abbia un qualsiasi tipo di efficacia”.
Ecco l’intervento di Claudio Borghi a Un Giorno Speciale.
“Vi racconto cosa mi disse Pregliasco a telecamere spente”
“Fare a meno delle mascherine all’aperto? Io sinceramente spero proprio di sì, ma anche perché dovevamo farne a meno anche prima. Non perché facesse caldo, ma semplicemente perché la mascherina all’aperto non ha senso. Ma non ha senso non perché lo dico io, non ha senso perché non esiste un singolo studio che dica che la mascherina all’aperto abbia un qualsiasi tipo di efficacia. E quindi per quale motivo?
Giusto per capire cosa è che temo che sia stata questa cosa: ero ospite in una trasmissione e c’era uno di questi nostri famosi virologi, nello specifico c’era Pregliasco. A telecamere spente eravamo lì a chiacchierare e gli dico: ma scusi Pregliasco, lo sa benissimo anche lei che la mascherina all’aperto non serve assolutamente a nulla. Risposta di Pregliasco: eh sì, ma è un simbolo. Capite bene che allora simbolo per farmi mettere la divisa da giovane balilla o da gioventù comunista… allora vado in un regime. Ma altrimenti mettermi il simbolo della dittatura sanitaria che non serve a niente, non va bene.
E vedrai che tra un po’ verranno fuori gli studi che diranno che invece non faceva bene. Perché una cosa è l’utilizzo della mascherina ideale, quella del chirurgo. Ma noi sappiamo benissimo tutti che l’utilizzo effettivo di queste mascherine da parte di tutti noi è tutt’altro che ideale. Secondo me si scoprirà che è stato nocivo”.
“Lo dice Bazant: distanziamento sociale senza senso”
“Ci sono studi precisi che dicono che all’aperto non ci si contagia. C’è in particolar modo uno studio del Mit – Massachusetts Institute of Technology, una delle Università e Centri Studi più prestigiosi al mondo, l’autore si chiama Bazant che ha studiato in modo dettagliato tutti i metodi di trasmissione. E questo dice che il punto più pericoloso per la trasmissione del virus, quando c’è e quando circola, è al chiuso con attività che fanno emettere molta aria tipo cantare. Lo stesso autore definisce il distanziamento sociale, anche con le mascherine, come una roba senza senso”.
“Vaccinare i miei figli? Ci penso su”
“Sempre da uno che si legge tutti i dati e si guarda gli studi come posso essere io, per evitare di passare per il ‘negazionista’. Mi chiamano i miei genitori e mi chiedono un consiglio sul vaccino. Io senza esitazione gli ho detto andate a vaccinarvi. Viceversa però se dovessi pensare per i miei figli, ci penso su e come. Loro non hanno particolari rischi da questa malattia, viceversa potrebbero avere particolari rischi da vaccino”.
“Un Grande Reset buono”
“Ogni tanto si sente parlare di teorie complottiste che chiamano Grande Reset. Ecco a me piacerebbe invece fare un Grande Reset buono. Abbiamo avuto un’esperienza che è un po’ come una guerra: facciamo un po’ di piazzapulita. Da adesso in poi l’Agenzia delle Entrate avrà modo, invece di andare a inseguire i debitori che non ci sono o i defunti che non possono pagare, di rendersi credibile nelle sue pretese e cominciamo da zero. Secondo me non è una cosa così assurda”.