Lo dico apertamente e senza ambagi, ben consapevole che la mia tesi, come d’abitudine, non ha per ora speranza di affermarsi nell’epoca della menzogna universale: sarà anzi avversata in modo irriflesso dall’ordine del discorso egemonico, che, in preda alla agorafobia intellettuale permanente non può accettare, né anche solo discutere ogni tesi non allineata e non organica al regime di verità imperante.

I monopolisti del discorso, rigorosamente al guinzaglio del padronato cosmopolitico, hanno deciso di chiamare pubblicamente “scienza” con la s maiuscola la grande narrazione propugnata a reti unificate e senza contraddittorio da una conventicola di medici che fedelmente rispondono ai desiderata del Big Pharma e agli interessi dei gruppi dominanti transnazionali.

Li hanno selezionati con cura, per poi affidare loro la gestione della narrazione terapeuticamente corretta, garantendo la loro occupazione monopolistica dei canali dell’informazione. La conseguenza, sotto gli occhi di tutti fuorché dei professionisti dell’informazione al soldo dei medesimi gruppi summenzionati, è la seguente: si è prodotto un letale cortocircuito; corto circuito in grazia del quale i padroni del discorso, al guinzaglio del blocco oligarchico neoliberale, scelgono di dare spazio e visibilità mediatica alla cricca dei medici portatori della narrazione coerente con gli interessi dei gruppi dominanti.

E ciò dimodoché appaia e dunque oggetto di sacro culto insindacabile tutto ciò che rientri nei desiderata dei gruppi dominanti. Gli stessi che aspirano a trasformare la pandemia in pandemia infinita e, dunque in nuova normalità, ossia in nuovo stabile quadro di dominio di classe centrato sui lockdown a yoyo, sul controllo biopolitico totale e sui sequestri irrevocabili delle libertà e dei diritti.

In questo maniera, come non mi stanco di ripetere, il discorso medico-scientifico incorpora, legittima e occulta il rapporto di forza dominante: fa apparire come semplice ricetta medica gli arresti domiciliari per la popolazione, la riprogrammazione verticistica dell’economia per colossi multinazionali, il nuovo incubo della sorveglianza orwelliana totale sopra e sotto la pelle nel quadro del nuovo sistema incardinato sul combinato disposto di distanziamento sociale e tecnologia digitale.

Questo, in estrema sintesi, il sembiante terrifico del nuovo Leviatano tecnosanitario. Esso usa l’emergenza epidemiologica come fondamento della nuova razionalità politica del capitalismo terapeutico. Chiedetevi anche solo chi realmente selezioni i medici a cui dare la parola, e scoprirete che alla base di tale selezione non vi è un normale procedimento scientifico, ma vi è semplicemente la volontà dei gruppi dominanti, quelli che detengono non solo i mezzi della produzione ma anche quelli dell’informazione.

RadioAttività, lampi del pensiero con Diego Fusaro