Il Vaticano richiede una revisione del Ddl Zan, la tanto discussa legge contro l’omotransfobia, prima dell’approvazione in Senato e scatta una bufera mediatica. Il Cardinale Parolin, Segretario di Stato del Vaticano, durante un’intervista dei media vaticani afferma al riguardo che sì, è vero che la nostra Repubblica è una repubblica laica, come ricordato dal Presidente del Consiglio Draghi in tale circostanza, ma la preoccupazione verte sul fattore interpretativo di tale legge e, secondo il Cardinale, su “ciò che finirebbe per spostare al momento giudiziario la definizione di ciò che è reato e ciò che non lo è”.

L’opinione pubblica è particolarmente divisa in proposito: di certo Vladimir Luxuria non condivide le posizioni di chi sostiene il Vaticano e le ragioni del Concordato del 1984; così come le ragioni secondo cui “il Disegno di Legge mette in pericolo la libertà di tutti”, come ricordato dal direttore di Avvenire Marco Tarquinio. Non è dello stesso avviso l’attivista e opinionista Vladimir Luxuria, ecco il suo intervento a “Lavori in Corso”.

“La considero innanzitutto un clamoroso autogol del Vaticano, per due motivi: il primo è perché doveva essere una cosa da tenere segreta. Rispetto alle altre prese di posizione in cui dicevano pubblicamente ciò che pensavano, questa volta hanno tentato di farlo dietro le quinte, a sussurrare all’orecchio ad alcuni parlamentari come se fossero fantocci, pupazzi. Non solo quello che dovevano fare ma anche precisare i punti da cambiare. Qui si va al di là del Ddl Zan, questa è una cosa che riguarda l’autonomia della nostra Costituzione, il principio costituzionale della laicità.

Sinceramente credo che anche i punti che sono stati sollevati, soprattutto quello della paura che le scuole cattoliche siano obbligate a parlare di omofobia il 17 marzo, è una stupidaggine. Già le scuole pubbliche non sono obbligate a farlo. Tutte le scuole hanno autonomia scolastica. Se un dirigente non vuole parlare di omofobia non arriverà nessuno a multarli.

Questa è una legge che è già stata discussa ampiamente alla Camera, è stato accolto anche un emendamento fatto dal centrodestra per ribadire ancora di più che non si va a limitare la libertà di pensiero e opinione. Ciò che viene considerato reato, come nella Legge Mancino, è ciò che viene incitato all’odio. Non la libera espressione del pensiero.

Noi non vogliamo convertire, come pensa qualcuno, adolescenti etero ad adolescenti gay. Noi vorremmo cercare di evitare di avere adulti omofobi domani. I ragazzi della nostra generazione sono più avanti, è meglio che sia la scuola parlare di certi temi”.