In epoca di Covid troppo spesso ci si dimentica dell’esistenza di tante altre patologie. L’attenzione verso questo nuovo virus sembra aver cancellato il dibattito e l’informazione su altri temi sanitari e su vicende di malasanità. Storie molto spesso drammatiche e che meriterebbero una maggiore attenzione e una riflessione sull’intero sistema sanitario italiano.

Per far luce su quei casi in cui ci sia stato un effettivo errore medico che poteva essere evitato, abbiamo parlato con l’avvocato Francesco Barucco dello Sportello Legale Sanità che ci ha raccontato i casi più frequenti di malasanità e la storia di un ragazza deceduta a causa di mancata diagnosi di un tumore alle ovaie.

Nei giorni scorsi – racconta Francesco Barucco – è arrivata la sentenza che coinvolgeva una giovane ragazza di 35 anni che non c’è più. I genitori e il fratello non sono venuti assolutamente per soldi, ma perché volevano che qualcuno riconoscesse l’errore. Ci siamo riusciti, ma non è stato semplice, l’atteggiamento di questa struttura pubblica nella fase iniziale è stata veramente antipatica. Parliamo di un caso di una mancata diagnosi di un tumore all’ovaie… la difesa di questa struttura è stata molto indelicata davanti ai genitori perché sosteneva che il ritardo diagnostico di 6-7 mesi non avrebbe cambiato nulla.

Ma la responsabilità è sempre stata evidente, c’è stata una perdita di chance importante, valutata dal giudice, e i genitori si son visti riconoscere che qualcosa sarebbe potuto cambiare.

E’ emerso con certezza che era assolutamente diagnosticabile, non c’è dubbio che c’è sta una leggerezza, una negligenza“.