“Caso Fedez? E’ arrivato il momento di escludere la politica dalla Rai” ▷ On. Carelli (Gruppo Misto)

Tiene banco la vicenda Fedez, e lo fa tanto da scomodare i capi di partito e infiammare l’opinione pubblica: l’attacco alla Lega sul palco del primo maggio, la presunta censura – o linea editoriale, se preferite – della Rai, la telefonata con i vertici.

Se però l’intento del rapper marito di Chiara Ferragni era quello di focalizzare l’attenzione sul discusso Ddl Zan, le aspettative non sono state raggiunte pienamente, visto che gli occhi di tutti si sono puntati sull’azienda di Stato.
Quella telefonata infuocata con il direttore di Rai 3 Franco Di Mare, che ha poi portato alla convocazione del vertice della terza rete in Commissione Vigilanza, ha convogliato l’attenzione di tutti sull’azienda di Viale Mazzini, e in particolare sulla tanto agognata riforma che andrebbe a depoliticizzare il suo sistema amministrativo, come suggerisce a ‘Lavori in Corso’ il deputato del Gruppo Misto Emilio Carelli.
Ecco cosa ha proposto in diretta con Stefano Molinari e Luigia Luciani.

È arrivato il momento di fare una riforma della Rai che escluda in qualche modo la politica, i partiti dalla gestione dell’azienda.
La Rai è una grande azienda, la più grande azienda culturale italiana; ho avuto modo di incontrare delle grandi personalità professionali in Rai, ma purtroppo quando succedono questo tipo di incidenti si viene sempre a ricordare e a scoprire che in Rai c’è sempre lo zampino della politica.
Io ho lavorato 45 anni in televisione: non mi sono mai sognato di chiedere prima a un ospite il testo del suo intervento. Se ho un ospite mi fido di lui, poi se commette degli errori sarà lui a risponderne.

La telefonata? C’è qualcuno che a volte vuole essere più realista del re e immagina che non sia opportuno parlare di certe cose. Vogliamo anche dare una valutazione? Sicuramente quello era un concerto dedicato al primo maggio, quindi il tema era il lavoro. Giustamente qualcuno può anche dire che non è opportuno parlare di un tema diverso, ma poi un gesto di censura vero e proprio non c’è stato, e questo va a merito anche un po’ della Rai che tutti hanno attaccato in questi giorni, ma che poi ha mandato in onda tutto per intero“.