Un anno di lockdow, ma c’è poco da festeggiare. Cosa è successo dopo 12 mesi? Che siamo ancora allo stesso punto di prima, in particolare per quanto riguarda l’inadeguatezza del sistema sanitario italiano. Causa Covid, infatti, sembra che le altre patologie siano state dimenticate da chi dovrebbe tutelare la nostra salute: operazioni rinviate, decessi per altre patologie moltiplicati, analisi e screening cancellati a tempo indeterminato.

Dopo un anno però questa situazione non può più essere tollerata. L’impreparazione del sistema sanitario ha portato all’incremento esponenziale di casi di malasanità, come quello accaduto a un ragazzo che, dopo aver aspettato 10 ore in pronto soccorso, è morto di infarto. Ecco il racconto dell’Avvocato Francesco Barucco dello Sportello Legale Sanità, in collegamento con Ilario Di Giovambattista e Stefano Raucci anche l’avvocato Francesco Angelini.

“Le vittime indirette del Covid – dice l’avvocato Francesco Barucco – probabilmente sono maggiori di quelle dirette. Decessi da infarto triplicati, screening oncologici non fatti, malattie diagnosticate in ritardo… La scorsa settimana abbiamo ricevuto il caso di un ragazzo di 43 che può essere il classico caso di vittima indiretta del Covid. Arriva al pronto soccorso dell’ospedale di Tivoli alla vigilia di Pasqua, lo portano i genitori e i fratelli, e viene completamente abbandonato. Arriva con i sintomi tipici da infarto, ma lo trascurano completamente. Gli fanno gli esami del sangue – già fuori termine – dai quali si vede una troponina 5 volte superiore alla normalità e un elettrocardiogramma da cui si intravedeva un infarto. Nella sostanza lo tengono dieci ore senza fargli nulla, giustificando ai genitori che questa attesa era dovuta al fatto che non poteva essere toccato perché si sospettava il Covid… ma non aveva nulla del Covid. Il ragazzo decede il giorno dopo, il giorno di Pasqua”.