E’ il giorno di Mario Draghi alla Camera dei deputati. Da questa mattina nell’aula di Montecitorio è in corso la discussione sulla fiducia al nuovo Governo. Il Premier Mario Draghi è intervenuto per annunciare i punti del suo programma, seguendo la linea adottata ieri al Senato. Ad “accogliere” l’uomo della finanza c’era anche il deputato Vittorio Sgarbi, che ha preso la parola a titolo personale poco prima dell’inizio della votazione.

Illustre Presidente, mentre lei vede l’assembramento che vieta nei teatri e nelle piste di sci, mi consenta di parlarle con i versi di Costantino Kavafis. Cosa aspettiamo qui riuniti? Oggi devono arrivare i barbari. E perché i deputati non si muovono, cosa aspettano per legiferare? Oggi arrivano i barbari, che leggi possono fare i deputati? Venendo i barbari le faranno loro. Perché il Presidente si è alzato di buon’ora e sta alla porta grande della città in attesa? E’ che arrivano i barbari con il loro capo, anzi è già pronta la pergamena con gli incarichi e gli onori. Perché i nostri ambasciatori stamani sono usciti in toga rossa ricamata? Oggi arrivano i barbari, queste cose ai barbari fanno colpo.

Perché i relatori non sono qui come sempre a parlare, a esprimere pareri? Oggi arrivano i barbari e non vogliono sentire tante chiacchiere. Perché ora sono tutti nervosi, perché si vuotano le strade, ognuno torna a casa? Perché è già notte e i barbari non vengono. E’ arrivato qualcuno dalla frontiera a dire che di barbari non ce ne sono più. Come faremo adesso senza i barbari? Dopotutto quella gente era una soluzione.

Ora lei è qui, Barbaro mancato, in cattiva compagnia a dimostrare che il merito non conta e ancor meno gli elettori. Per la considerazione che ho per lei, con sofferenza mi asterrò. Paesaggio, natura, arte, città, bellezza, civiltà: parole che lei non ha pronunciato per essere resiliente della transizione ecologica. Non transiti, resista, sia audace, non sia vile, non si conceda ai paurosi e agli ignoranti, memento audere semper”.