Recovery Plan e vaccinazioni: questi i due pilastri da barrare con una crocetta nel taccuino di Mario Draghi, ordini di Sergio Mattarella che ha dato i “compiti” al nuovo premier. Però c’è un’altra mansione, più implicita che si figura ora tra trattative e indecisioni dei partiti: fare una sorta di governo di unità nazionale. Le larghe intese, per capirci.
Quello che ha sempre avuto fama di essere il partito più chiuso nelle sue convinzioni, è pra invece quello che sembra più aperto al dialogo.
La Lega non chiude la porta a nessuno, se Draghi dovesse accettare alcuni punti chiave delle proposte di Matteo Salvini nelle prossime consultazioni.
A confermarlo in diretta con noi il Capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, che a ‘Lavori in Corso’ ha detto di più sui punti dell’agenda leghista che verranno esposti a Mario Draghi.

Credo che nel centrodestra siamo quelli che hanno avuto la posizione di maggiore buonsenso, perché dal nostro punto di vista è un errore dire sì a prescindere, come dire no a priori.
Credo che andare lì a cercare di capire quali sono i progetti del Premier incaricato Draghi, qual è il perimetro politico all’interno del quale vuole muoversi e presentargli quelle che sono le nostre idee è fondamentale per prendere poi una decisione che non sia dettata semplicemente da preconcetti o da intenti elettorali.

Ci sono risposte che aspettano le partite Iva che non sono state adeguatamente ristorate, sulle pensioni vogliamo capire cosa si farà dopo Quota 100, sul Recovery Fund vogliamo capire su quali infrastrutture si andrà a investire, dopo lo sblocco dei licenziamenti vogliamo capire che piano c’è per garantire un’occupazione o un sostegno sociale a quel milione di lavoratori che perderanno il posto di lavoro, come gestire la campagna vaccinale, quando riaprire i ristoranti e i bar anche la sera. Questi sono i temi di cui vorremmo andare a parlare: se diciamo subito “ti diamo la fiducia” o “non te la diamo” è quasi inutile parlarne.

Salvini ha ribadito quello che ha chiesto Mattarella. Parliamoci chiaro, è chiaro che non si può pensare che ci sia grande entusiasmo da parte della Lega sull’eventualità di fare un governo insieme al PD o insieme ai 5 Stelle, però la differenza è che noi non abbiamo messo veti a nessuno perché il mandato che ha dato Mattarella a Draghi è quello di fare un Governo di unità nazionale, quindi abbiamo tutti il dovere di ascoltare e provarci. Il PD si riempie la bocca col rispetto del Presidente della Repubblica, ma non è che il capo dello Stato è buono e saggio solo quando dà il mandato a loro.
Se si parte dicendo “noi con la Lega non ci parliamo” e non ci sediamo al tavolo perché vogliamo che Draghi sia fondamentalmente un sostituto di Conte, facendo una sorta di Conte Ter, non è quello che ha chiesto il Presidente della Repubblica”.

Perché il PD in questo momento cerca di tenersi legato il Movimento 5 Stelle? Mica perché si siano divertiti a governarci insieme, ma perché sanno perfettamente che se la situazione dovesse precipitare si voterebbe col Rosatellum e quindi coi collegi nominali, e l’unico modo per il PD di essere competitivo è quello di avere insieme anche il 5 Stelle“.