Nemmeno il tempo di insediarsi a Palazzo Chigi, sempre se alla fine sarà questo l’esito della crisi di Governo, che già Mario Draghi sembra aver ottenuto l’appoggio unilaterale di politici, media e dell’intero sistema-Paese. L’ex governatore della Banca d’Italia, già Presidente della Banca Centrale Europea, sta incassando consensi bipartisan anche da chi fino a poco tempo fa manifestava un’idea diversa sul suo conto.

Tanto rievocata in questi giorni è stata anche la sua celebre frase “whatever it takes”, con la quale nel 2012 ha inaugurato una nuova fase alla guida della Bce. In molti hanno indicato quello come un momento chiave per la salvezza di Europa, euro, Italia, ma non tutti sono dello stesso avviso.

In questo senso il professor Valerio Malvezzi, ospite in studio di Fabio Duranti e Francesco Vergovich, ha dato una sua chiave di lettura della dottrina Draghi e della sua visione del mondo.

Ecco l’intervento del Prof. Malvezzi a “Un giorno speciale”.

“Tutti citano sempre il ‘whatever it takes’, ‘farò tutto ciò che servirà’. Io credo che bisogna completare la frase, cioè farò tutto ciò che servirà per salvare l’euro, non per salvare la gente.

Abbiamo delle visioni completamente opposte. Ricordo che il professor Draghi gestì tutte le privatizzazioni italiane negli anni 90, dal 1991 al 2001. Ci fu tutto l’episodio dei derivati, cioè di operazioni speculative finanziarie che avevano un solo obiettivo: quello di portare il nostro bilancio ad avere i parametri che servivano ad entrare in Europa. Noi pagammo per l’erario molti soldi, da questo gioco speculativo degli anni 90.

Però il vero problema è quello che verrà fatto nei prossimi mesi. Io starò qua a sorvegliare e a dirvi ‘guardate che poi lo scotto lo pagheremo nel medio termine’. Perché che ci sia un disegno mi sembra abbastanza evidente, di avere poi il Presidente della Repubblica in un Presidente del Consiglio pro tempore, a breve termine, magari a un anno. Mi sembra un’ipotesi molto ragionevole, aggiungo anche uno dei disegni di questa operazione politica.

Che poi saremo noi a pagare i soldi del cosiddetto Recovery Plan, mi sembra altrettanto vero. Con il Recovery Plan puntano alla casa, al tema delle condizioni, per esempio sul lavoro, alla flessibilità della giustizia e poi c’è tutto il tema del contante. Saranno condizioni molto pesanti per l’Italia”.