Le posizioni sulla didattica a distanza sono diverse. Alcuni la ritengono la morte di un’istituzione, altri l’unica spiaggia, altri ancora un sistema efficace per far evolvere il sistema scolastico. I giovani nel frattempo si schierano: i licei occupati sono cinque per adesso solo nella città di Roma.

Accuse nei confronti della Ministra uscente e preoccupazione nei confronti delle possibili manovre del Premier incaricato: è su questo che chiedono di essere ascoltati. Dopo la notizia circa l’ipotesi di far proseguire le lezioni fino alla fine di giugno, pare esserci poca fiducia nelle idee di Draghi per quel che riguarda l’istruzione.

Gigi De Palo, Presidente Nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, si pone tra coloro i quali contentano l’eventuale decisione di prolungare l’anno scolastico. I motivi li ha spiegati in questa intervista di Stefano Moliari. Ecco il suo intervento in diretta a “Lavori in corso”.

“Mi sembra che fare un ragionamento di questo tipo sia trasformare la scuola in una sorta di punizione perché la DAD non è andata come previsto mentre io so che i genitori e anche i ragazzi hanno vissuto situazioni di grande difficoltà. E’ stato un stress maggiore rispetto agli anni passati. O non è stata scuola la DAD, e allora abbiamo preso in giro i nostri figli, o è stata scuola come io credo allora deve finire la scuola quando dovuto.

In questo periodo gli studenti dovrebbero mostrare un grande buon senso nel non fare le occupazioni. Le occupazioni hanno un senso se ci sono rivendicazioni politiche molto chiare. Questo momento è talmente complesso per tutti che si può anche evitare di occupare le scuole.

Meglio un’ora in più il prossimo anno, quest’anno è stato tosto per tutti. Dire che la DAD non è una scuola vera vuol dire ai nostri figli che ciò che fai in digitale sarà sempre qualcosa a cui noi daremo un valore virtuale. E’ come rimanere virtuale nel digitale. L’aspetto educativo che c’è dietro questa scelta ha scenari molto più ampi. Non voglio fregare mio figlio, il tempo che hanno dedicato a questa esperienza è una cosa che porteranno per tutta la vita, anche come una ferita”.