Abbiamo perso la capacità di discernere tra bene e male?
L’interrogativo giunte nel momento in cui due versioni totalmente discordanti della realtà vanno a contrasto: quella che aspetta impaziente che i 223 miliardi dell’Europa vengano a rifocillarci come manna dal cielo, e quelli che, scettici, vorrebbero che facessimo (e avessimo fatto) per conto nostro, e non solo durante l’emergenza Covid.Annuncio

Come riuscire a capire cosa sia reale? Dalle promesse mantenute, dalle versioni che trovano riscontro. E finora l’unico riscontro che si trova dalla realtà è che del denaro del Recovery Plan non si è ancora visto traccia, senza contare il fatto che non sappiamo né il quanto, né il quando, visto che a quanto pare le condizionalità di Bruxelles dovranno essere rispettate pedissequamente.
Tanto è vero che sembra essere proprio questo l’argomento di contrasto all’interno dell’attuale governo: gli italovivi che vorrebbero subito il supplemento MES – con ancora più condizionalità e vincoli, ma con più soldi – e i giallorossi, che nella persona di Conte starebbero esitando.

Il tutto mentre imprenditori, privati e partite Iva sono bloccati in un’attesa straziante, che somiglia più a una lenta agonia, che a un tranquillo ristoro.
Lo testimonia l’economista Valerio Malvezzi, che è in costante contatto col mondo dell’impresa.
Sentite cosa ha detto ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich.

Io credo che questo Paese sia fottuto per una ragione molto semplice: ha perso la capacità di pensare in termini critici. Sono anche molto preoccupato sugli effetti del coronavirus sull’attività didattica, perché mentre io faccio attività didattica agli adulti, che di solito pagano per fare i corsi da me e che quindi hanno un’attenzione diversa; mi metto nei panni di un ragazzino che invece va a scuola con la cultura dell’obbligo scolastico che da bambini avevamo anche noi.
I problemi di apprendimento stanno cambiando molto, e credo ci sia un grosso problema di capacità critica, perché io non sono genitore, ma amici che hanno figli mi raccontano che un ragazzo che può alzarsi quando vuole, giocare col tablet anziché ascoltare gli insegnanti: è ipotizzabile che alla fine non abbia lo stesso livello di apprendimento che avevamo noi.

L’altro elemento è: quale può essere il giudizio critico delle persone che si sentono dire dal governo che abbiamo 223 miliardi sul Recovery Fund? Sembra che a questo punto abbiamo risolto i problemi del paese. 
Noi abbiamo distrutto le imprese, e ho già portato i dati a riguardo; ieri sera ero in una pizzeria dove c’era la proprietaria praticamente quasi in lacrime, inoltre io quasi ogni giorno ricevo mail di imprenditori che mi raccontano le loro storie disperate: tutti le conosciamo. Poi uno va a vedere i progetti fatti: non esiste più la parola impresa. Non esistono progetti per le imprese.

Pensateci: quanti uomini e donne che sono in politica sono mai stati in un’azienda? In quanti dell’attuale parlamento hanno mai avuto un incarico aziendale privato?
Andiamo a vedere quanti sanno cos’è un’azienda e quanti invece l’hanno studiata sui libri, perché tanti che si dichiarano economisti hanno studiato l’impresa sui libri di testo, ma molti di loro non hanno mai avuto un’impresa.
Parlare di impresa vuol dire pagare le tasse di un’impresa, avere a che fare con Equitalia, avere a che fare con le banche, mettere la propria firma della casa, dei patrimoni, assumere persone. Quella è una persona che può parlare di impresa. Io parlo di impresa perché faccio questo da anni. 

Il vero problema di questo paese è che noi negli ultimi quarant’anni abbiamo creato una classe burocratica, manageriale, e politica che è totalmente lontana dalle imprese.
Le imprese vengono viste come gente che scappa, non paga le tasse, evasori. Questo è quello che tutta la letteratura ha creato
.

Lo dico da anni: non esiste nessuna crisi, esiste un cambiamento pianificato e deliberato del sistema economico.
Penso che per uscire da questa situazione serva qualche merda di vacca in più nei campi e qualche pezzo di me**a in meno nei mercati finanziari. Essendoci meno vacche, stanno aumentando i prezzi delle materie prime; io semplifico per far capire alle persone, ma tutto questo non è casuale secondo me.