Nulla di nuovo da Torino: la Juventus vince con una certa facilità e pigrizia, senza mai aggredire il pallone ma quasi divertendosi, tre gol e una traversa, altri coriandoli, Ronaldo a 750 gol verso Pelé. Cambiata ancora la formazione, l’ultima mandata in campo da Pirlo, con Chiesa titolare al debutto in gol nella Champions League e Kulusevski in panchina, nuovo il centrocampo con l’americano McKennie più reattivo e onnipresente del brasiliano Arthur lasciato a riposo per gran parte della serata, di nuovo Bentancur a fare carbone con Ramsey destinato a roba piccola, mai un acuto del principino del Galles.

Ritmi da amichevole con la Juventus già qualificata e piccole cose della Dinamo Kiev che ha impegnato Szczesny in due parate decisive, con la fase difensiva bianconera in strano affanno contro qualunque avversario, Bonucci, al rientro, non garantisce attenzione nelle marcature mentre Demiral va spesso di istinto, sbagliando grossolanamente e De Ligt ha commesso un errore stratosferico su un pallone alto in area sua. La Juventus alterna football elegante a tratti leziosi, gioco a volte improvvisato, episodico, con scarsa velocità di azione e di movimento, note positive di Chiesa e McKennie, esordio per il ragazzone rumeno Dragusin del 2022. Segnalo l’entusiasmo per madame Frappart Stephanie, arbitro della partita.

Al di là della novità, una serata con un paio di decisioni casalinghe, un fallo da rigore di Bonucci, non fischiato e il raddoppio di Ronaldo con un intervento ai limiti di Morata sul portiere. A Barcellona tra una settimana gran fiesta con Ronaldo probabilmente insultato e fischiato al Camp Nou.

Tony Damascelli