Forse ad alcuni sarà sfuggito che la logica del discorso che stiamo vivendo nel tempo del Covid-19 è di fatto sovrapponibile per molti versi alla vecchia logica del discorso che vivevamo ai tempi dell’austerità depressiva di ordine economico.
In particolare un ruolo chiave era svolto, come ben sapete, dallo Spread.

Ebbene, questa stessa logica del discorso – quello che con Focault potremmo chiamare il “nuovo ordine del discorso medico-sanitario”, ritorna con il Covid-19.
Si pensi anche solo a ciò che diceva l’OMS intorno al 20 di maggio del 2020: “Il virus può schizzare in alto in ogni momento”.
Ebbene, per chi abbia memoria storica formulazioni come questa richiamano nemmeno troppo obliquamente quella dello Spread e della teologia economica che ora sembra passata in secondo piano, ma che dal 2007 al 2019 essenzialmente ha ritmato il senso delle nostre esistenze e soprattutto l’ordine del discorso tecnico-economico.

In effetti con le politiche di austerità economica, racchiuse grosso modo tra il 2007 e il 2019, le élite turbo-finanziarie avevano fissato nelle oscillazioni dello Spread il barometro che determinava il livello di libertà politica dei ceti nazionali popolari, nonché la panoplia dei sacrifici che erano chiamati a fare.
Quando lo Spread saliva vertiginosamente o schizzava improvvisamente, i popoli dovevano quindi fare sacrifici fondamentali rinunciando a libertà e diritti sottomettendosi alle divinità taumaturgiche e invisibili dei mercati.

Ebbene, con la nuova configurazione medico-sanitaria del potere (che diventa a tutti gli effetti bio-potere della sorveglianza), il nuovo barometro è identificato non più nello Spread, ma nell’indice ‘R0’ e nel tasso di saturazione dei reparti ospedalieri di terapia intensiva.

La logica resta fondamentalmente la medesima al livello di narrazione e di discorso egemonico. Muta però il senso complessivo, se è vero (come è vero) che si transita dalla centralità del discorso tecnico-economico alla nuova centralità del paradigma medico-scientifico.

Marxianamente diremmo che l’ideologia – o la super-struttura – non è più quella del discorso dell’economista, ma invece quella del discorso del medico.
Ebbene, su questa base dell’indice R0, di fatto sovrapponibile al vecchio spread nella forma, vengono puntualmente sospesi all’occorrenza i diritti costituzionali e le libertà fondamentali dei cittadini.
Ai cittadini infatti è ora imposta l’esigenza di sacrifici e di rinunce anche severissime in nome di un bene ritenuto universalmente più grande: la salute.

“Di fronte alla salute non v’è libertà o diritto che non possa essere sacrificato”, va ripetendo l’ordine del discorso. Per questo occorre fare sacrifici e rinunce per garantire un rientro dell’indice R0 in parametri più accettabili.
In particolare qualora i parametri dell’indice R0 superino l’1, allora il biopotere leviatanico del capitalismo terapeutico ci impone lockdown, quarantene e misure oltremodo stringenti di austerità sanitaria, presentate sempre a fin di bene.

Insomma, chi non riesce a cogliere che nel suo fondamento il discorso delle classi dominanti è sempre il medesimo (che assuma la maschera dell’economista o quella del medico) è in cattiva fede o un dispregiatore della ragione.

RadioAttività, lampi del pensiero quotidiano – Con Diego Fusaro