Un mio collega del CNR, un fisico che si chiama Giovanni Sebastiani, sta facendo delle simulazioni su modelli matematici e numerici per vedere come poter reagire a una pandemia come Covid-19 ed altre. Ha scoperto una cosa interessante, i risultati saranno pubblicati a breve. Cioè che invece di fare un unico lockdown, un unico confinamento di tre settimane, poniamo conto, è possibile ottenere risultati migliori facendo due lockdown separati da un mese di ripresa delle attività. Ottenendo in questo modo una settimana in meno di isolamento e una percentuale inferiore di contagiati: dal 28 al 18%. Significa anche meno ricoveri e meno vittime alla fine.

E’ un risultato interessante che ci dice che ci sono molti ricercatori che si stanno occupando proprio di questa faccenda di poter prevenire gli andamenti delle curve pandemiche. Dai risultati di Giovanni Sebastiani si vede bene anche come funzionano questi confinamenti rispetto ai contagi, e dunque rispetto alle persone che finiscono in ospedale, in terapia intensiva e quelle che purtroppo muoiono.

Tutto questo per dire che i modelli numerici servono, sono utili quando si pianifica la risposta a una pandemia. Naturalmente bisogna applicarli con serietà. Nelle simulazioni dei ricercatori il modello che funziona meglio, da un punto di vista sanitario, è sempre l’isolamento totale. Ma sarebbe una quarantena impossibile da noi. Un po’ come quella che è stata fatta nella Provincia di Hubei all’inizio dell’epidemia Covid-19. Quando cioè non si esce nemmeno per andare a fare la spesa e anche gli asintomatici, e coloro che comunque sono contagiati, vengono confinati in strutture apposite.

L’altro modello, quello dell’isolamento parziale, come è accaduto da noi e ci è sembrato durissimo, ha anche la sua capacità di riuscita e si vede che abbatte le curve epidemiche e pandemiche. Non lo fanno invece gli altri modelli. Lo fa soltanto, in linea di principio, quello dell’immunità di gregge. Ma nelle pandemie moderne, cioè per virus che sono nuovi verso i quali i sapiens non hanno fatto in tempo a immunizzarsi, funziona solo se ci sono i vaccini.

Ecco perché il vaccino poi sarà la via migliore per ottenere quella che si chiama ‘Immunità di gregge’. Cioè quella che un tempo le popolazioni ottenevano per via naturale, ma con generazioni e perdendo decine di milioni di persone. Un esempio classico è quello della peste che ci ha messo forse 130 anni per portare una certa immunità a una parte di uomini, ma al prezzo di decine di milioni di morti. In questo momento nessuno se lo potrebbe permettere.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi