Il 2020 è stato l’anno del virus e dei cambiamenti che esso ha indotto. Diversi gli stili di vita, i consumi e le abitudini introdotte. Anche nuove figure emergenti nel mondo mediatico: i virologi, scienziati chiamati a spiegarci i fatti epidemiologici del giorno e a tradurci i numeri del covid in azioni da compiere.

Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 pochi si sarebbero sognati di invitare nelle proprie trasmissioni degli esperti specializzati in una materia che sembrava così lontana dalle nostre vite. Dopo circa 365 giorni, almeno un virologo è chiamato a riempire la casella di un programma radio-televisivo.

“Accendi il televisore alle 3 di notte e trovi il virologo in diretta che pretende di spiegarti tutto”: ha detto Marco Antonellis, ai microfoni di Francesco Vergovich. Queste le sue parole a “Un giorno speciale”.

“Dei virologi, comunque la si pensi, non se ne può più. Accendi il televisore alle 3 di notte e trovi il virologo in diretta che pretende di spiegarti tutto. Forse non lo sapevano nemmeno loro di essere così in tanti, tra poco gli chiederanno anche che cosa mettere nel cenone. Ma c’è un errore di fondo anche da un certo tipo di giornalismo che spettacolarizza sempre certe situazioni.

Invece il tema del Cts è un tema importante perché servirebbe maggior trasparenza. Il Governo dovrebbe dichiarare perché chiudono i ristoranti e le palestre anziché altre situazioni. Si presuppone che abbiano dei dati oggettivi che vorremmo vedere.

I numeri, quelli veri, non sono stati ancora detti su quello che è accaduto nelle scuole. Ci vorrebbe maggior trasparenza”.