Il Presidente Mattarella ieri ha parlato. Stamattina tutti i quotidiani sono pieni di ovazioni per il nostro Presidente della Repubblica. Io non voglio fare il guastafeste, né tantomeno voglio fare vilipendio, ma che ha detto questo Presidente? Il nulla assoluto. Un invito all’unità, che in politichese vuol dire inciucio istituzionale, e a non farsi dividere dalla pandemia.

Una frase che forse sarebbe stata più appropriata dalla bocca del parroco di quartiere ai coniugi costretti ad una convivenza forzata. Ma gli italiani dal garante della Costituzione in un momento del genere avrebbero dovuto e voluto sentire tutt’altro.

Per esempio gli avrebbero voluto sentir dire che la nostra Costituzione va tutelata ad ogni costo, anche durante un’emergenza sanitaria, e non può essere mandata in quarantena a tempo indeterminato. Avrebbero voluto sentir dire al suo garante che l’articolo 1 della nostra Costituzione chiarisce che la Repubblica è fondata sul lavoro e quindi quel lavoro non può essere chiuso o impedito, se non in condizioni estreme e integralmente indennizzato. Gli italiani avrebbero voluto veder fare un appello ai burocrati a cancellare i perversi vincoli europei che non permettono al nostro Stato di rispettare i principi costituzionali. Avrebbero voluto sentire intimare agli organismi finanziari internazionali che gestiscono la nostra moneta di rimettere mano ai loro statuti perché un debito nato per far fronte ad un’emergenza sanitaria di una pandemia globale non può ricadere sui cittadini.

Bene, questo avremmo voluto sentir dire al nostro garante della Costituzione che invece ha vestito i panni del prete senza tunica e ha iniziato una predica che non dà né risposte né soluzioni, proprio come piace ai nostri politici che infatti si sono sbrigati a tessere le lodi di quel discorso che li esorta a fare il nulla assoluto.

Perfino Di Maio che parlava di impeachment per i Presidenti della Repubblica che non agiscono da garanti della Costituzione, ieri era in tv tutto incravattato come il più vecchio tra i politici della vecchia politica a commentare quanto fosse rimasto colpito da quel discorso di Mattarella. Quanta ipocrisia, quanto finto buonismo, quanta demagogia.

Una cosa giusta però il figlio di Bernardo Mattarella l’ha detta: c’è bisogno di unione. Ma ad unirsi però deve essere il popolo per scendere nelle piazze e rovesciare questo sistema perché davvero non se ne può più.

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