L’emergenza sanitaria che stiamo vivendo non ha portato soltanto problemi economici e sanitari: le misure restrittive che siamo stati costretti a vivere quest’anno hanno alimentato difficoltà sociali e familiari già presenti prima dei diversi lockdown.

Vivere sotto lo stesso tetto non è mai stato semplice, ancor meno se all’interno del nucleo familiare vi sono dinamiche disfunzionali che sfociano in violenza. “La violenza ha varie declinazioni”, afferma l’avvocato Gian Ettore Gassani, Presidente Ami (Associazione Matrimonialisti Italiani.

Le tensioni sono rimaste latenti all’interno delle abitazioni e chi non è riuscito a sostenere il lockdown ha avuto un crollo psicologico e fisico che ha portato a separazioni e violenza. Il Governo non ha preso minimamente in considerazione tali aspetti, tanto che abbiamo visto aumenti in percentuale significativi sia sul fronte di separazione matrimoniale che in quello della violenza.

A cosa porterà tutto questo? Quali previsioni in relazione alle chiusure della seconda ondata? Stefano Molinari e Luigia Luciani ne hanno parlato a “Lavori in corso” proprio con il Presidente AMI Gian Ettore Gassani. Ecco le riflessioni.

Ci troviamo in una situazione di emergenza. Abbiamo un aumento del 30% delle separazioni. Un aumento del 74% delle violenze intrafamiliari secondo i centri antiviolenza e un 15% in più dei femminicidi. E’ un attacco al cuore della famiglia.

L’emergenza familiare è uguale a quella sanitaria ed economica. La famiglia è l’istituzione più importante della società. In questi mesi noi avvocati abbiamo continuato a lavorare nonostante i tribunali chiusi. Abbiamo inventato un nuovo modo di fare avvocati.

Ci sono arrivate telefonate di donne che erano state picchiate e ho dovuto incontrarle fuori dal supermercato. Due volte sono intervenuto diplomaticamente con due mariti violenti in una situazione che stava sfuggendo di mano.

Nell’agenda politica degli ultimi anni la famiglia non è stata al primo posto. La risposta di giustizia non è stata veloce, la maggior parte delle donne che è stata uccisa aveva già sporto denuncia. E’ una sconfitta del sistema. Anche i bambini hanno subito violenze inaudite.

Quando la famiglia si ammala, si ammala l’intera società. Non è un problema secondario. Diecimila coppie in questo momento sono sotto lo stesso tetto con una causa pendente e aspettano che un giudice le mandi a chiamare e fissi un’udienza. Come si fa a recuperare il carico del passato? Il mio studio è diventato un Pronto soccorso, vedo donne con nasi spaccati.

Inoltre non abbiamo mai istituito in Italia un fondo economico di solidarietà, quel fondo che paga gli assegni che i mariti dovrebbero pagare ma che non sono in grado di farlo. O di qualche donna. Se ci sono i negazionisti del virus ci sono anche quelli della crisi economica. Si fa a gara a chi nega di più. Mi auguro di uscire da questa tempesta, il vero problema non sono solo le saracinesche abbassate ma anche le famiglie distrutte.

Consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per una moderazione e contare fino a mille prima di dire qualcosa. Abbassare il livello di conflitto per amore dei figli“.