“Piccolo Diego, quali sogni vorresti realizzare nella tua vita?”

Nella periferia più sperduta di Buenos Aires, il quartiere di Villa Fiorito presso Lanus, si è sparsa la voce della presenza di un ragazzino che compie dei numeri strabilianti col pallone.

Ed è così che a soli 9 anni, il piccolo Diego Armando Maradona riceve la sua prima intervista e si trova a dover rispondere proprio a questa domanda sui suoi sogni futuri.

Diego, come se non fosse un bambino senza istruzione, nato nel Sud del Sud del mondo, dà una risposta degna di un grandissimo sceneggiatore di teatro… per di più recitandola con i tempi artistici di un attore consumato:

“I miei sogni sono due:

  1. Il mio primo sogno è giocare il Mondiale.
  2. Il secondo è vincerlo”.

C’erano probabilmente già gli elementi per poter capire di trovarsi di fronte a qualcosa di soprannaturale ma di certo aiuta di molto questa teoria il fatto che, per inciso, il piccolo Diego, quei due sogni, li ha realizzati entrambi… e nel modo più segnante che la storia del calcio ricordi.

Ma a spazzar via ogni dubbio c’è una considerazione di carattere statistico che si origina da quest’altra domanda: “Quante volte, nel corso della sua vita, Diego Armando Maradona avrà provato l’emozione di segnare un gol?” Non mi riferisco solo alle 354 reti ufficiali realizzate nella sua carriera di calciatore.

Penso anche a quelle messe a segno in allenamento, a quelle realizzate nelle partitelle tra amici fino agli ultimi suoi giorni di vita, a quelle siglate in partite di beneficienza (come la celeberrima partitella di Acerra organizzata da Diego, pagando di tasca sua l’assicurazione per tutti i partecipanti pur di mantenere la parola data a un bimbo gravemente malato) e finanche alle prime reti sui campi sterrati delle periferie di Villa Fiorito.

Il numero raggiungerà certamente le molte migliaia. Ovviamente questo vale per tutti i calciatori professionisti, da Pelé a Messi fino all’ultimo dei giocatori delle serie inferiori (ognuno di loro ha un numero elevato di reti nella propria esistenza).

Ora però…provate, per ciascun calciatore, a mettere in ordine di importanza queste migliaia di gol segnati nella vita di ognuno… e ditemi la probabilità di trovare nei primi due posti di una qualsiasi classifica… due reti realizzate nel giro di soli 5 minuti. Si tratta di un evento che gli statistici come me definiscono di probabilità pressoché impossibile.

E infatti per qualsiasi calciatore, da Pelé in giù… non accade per nessuno. Poi però si pensa a Diego… e si sentenzia, senza tema di smentita, che i suoi due gol più noti sono stati realizzati: al 51’ minuto di Argentina-Inghilterra del Mondiale 1986… “La mano di dios”. Al 55’ minuto di Argentina-Inghilterra del Mondiale 1986… “Il gol del secolo”.

Poi magari si pensa che se anche si volesse considerare non tante classifiche dei gol per ogni singolo giocatore… ma un’unica classifica generale per tutti i calciatori professionisti… i due gol più noti realizzati nella storia del calcio sarebbero sempre gli stessi due.

Gol realizzati il 22 giugno 1986, nello Stadio Azteca di Città del Messico (guarda caso… ma sarà davvero il caso?… nello stadio che ha ospitato 16 anni prima la “Partita del Secolo”: Italia-Germania 4-3). La grandiosità di queste due reti è stata descritta dalle migliori penne del giornalismo mondiale. Ma davvero raramente è stato sottolineato che siamo di fronte a ciò che, come detto, si definisce un evento statisticamente impossibile: segnare le due reti più importanti della propria carriera (ed anzi, della storia del calcio), nello spazio di 5 minuti !!!

E occhio… che l’importanza e la notorietà delle due reti non dipende minimamente dal fatto di aver segnato due reti all’interno di una stessa partita importante… come accaduto ad esempio a Ronaldo nella finale mondiale 2002, Germania-Brasile, o a Lilian Thuram nella semifinale mondiale 1998, Francia-Croazia (di cui solo i più patiti conoscitori di calcio sono a conoscenza e magari ne ricordano le modalità di realizzazione).

L’importanza e la notorietà delle due reti di Maradona all’Inghilterra… dipendono proprio dalle loro modalità di realizzazione, oltre che dal loro contesto socio-politico. Ed infatti quelle reti sono note anche a chi di calcio non sa assolutamente nulla.

Se ciò dunque è accaduto proprio a Maradona… è solo perché Diego, a differenza di Pelé, Messi, e di tutti gli altri: non è un calciatore. Non è un uomo. E’ semplicemente il Dio del Calcio.

Vittorio de Gaetano