In questo “terzo mondo” la sopravvivenza delle piccole imprese, dei lavoratori privati e dei professionisti dipende da un rapporto di sfruttamento delle conoscenze forti su quelle deboli.
La differenza tra conoscenze forti e conoscenze deboli? Quelle deboli sono automatizzabili, standardizzabili, e in ultima analisi, sostituibili.

Non fare un dibattito etico su questo modello di “leverage” ci porterà a una società di sfruttati e oppressi, di dominatori e servi, e continueremo a pensare come criceti sulla ruota che la colpa sia del debito pubblico.

Il vero problema è che noi stiamo andando verso una società di cosiddetti “poteri forti”, ma non in termini di capitale, ma di conoscenza.
E’ vero, spesso le cose coincidono, si sovrappongono. Chi ha capitale ha anche più facile accesso alla conoscenza, ma non è sempre vero, la sovrapposizione non è totale.

In queste mie pillole cerco di dare un’altra ipotesi di conoscenza.
Se noi permettiamo quei meccanismi automatizzabili, standardizzabili che possono essere ad esempio la stesura di un bilancio, pensate che le multinazionali non possano arrivarci un domani?

Vi faccio un esempio: Amazon in questi giorni ha deciso di mettere sul mercato quello che voleva, cioè prodotti farmaceutici, facendo crollare altri titoli in borsa.

Una multinazionale dell’informatica è perfettamente in grado di andare a creare rapporti di forza di lavori forti su lavori deboli andando a spazzare via intere economie.

Ecco, se vogliamo evitare un mondo di servi e padroni dobbiamo iniziare a smettere di pensare che il problema sia un rapporto debito pubblico/PIL.
E’ un problema di rapporto tra conoscenza forte e conoscenza debole.

Malvezzi Quotidiani, pillole di Economia Umanistica con Valerio Malvezzi