“Vi invitiamo a limitare il numero di ospiti non più di sei e di non svolgere feste e party in casa, sono situazioni di insidie pericolose”. No, non è il vostro amministratore di condominio che vi indirizza questo messaggio. Ma è il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nel suo canonico discorso alla Nazione in seguito alla firma del nuovo Dpcm entrato in vigore alla mezzanotte del 14 ottobre.

Parole che hanno fatto discutere. Pochi, davvero un numero esiguo, prima della pandemia si sarebbero aspettati di ricevere un invito a non ospitare più di sei persone a casa dal Capo del Governo. E per molti ha fatto specie che invece tutto questo sia accaduto davvero.

Si è detto “dispiaciuto” anche il professor Enrico Michetti, intervenuto ai microfoni di Stefano Raucci. Questo il suo pensiero.

“Faccio soltanto una considerazione: quando il Presidente del Consiglio Conte dà delle assicurazioni agli italiani dicendo che la polizia non farà irruzione nelle abitazioni per verificare che non ci sia un numero superiore a 6 persone, questo non è che lo deve dire il Presidente del Consiglio. Anzi, mi spiace molto che si sia pronunciato in questo modo maldestro.

La libertà è garantita da circa 12 articoli della Costituzione. E il domicilio è inviolabile. Soltanto l’autorità giudiziaria può dare mandato alle forze dell’ordine per fare irruzione nelle abitazioni. Per cui lì c’è una sacralità della privacy assoluta. Ospitare una persona non è ancora un reato. Sarebbe gravemente incostituzionale. Neanche le più spregevoli dittature.

La libertà è una sorta di spia. Quando si va minare la libertà delle persone, lì è sempre a rischio la democrazia. La libertà dovrebbe essere trattata con i guanti, perché è il frutto del sacrificio fatto con il sangue da milioni e milioni di italiani”.


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