In Israele si è arrivati a quasi 300 mila contagi e a quasi 1000 ricoveri in terapia intensiva. Quindi questo significa che anche i paesi che hanno adottato una strategia di lockdown, ma non sono stati bravi a rimanerci fino al momento giusto, rischiano qualcosa di più che non i contagi. Perché quello che contano, lo sappiamo, sono i ricoveri in terapia intensiva e anche i morti.

Però questa cifra naturalmente arriva dopo il contagio; quattro o cinque settimane dopo. Dunque, sperando che da noi non arrivi mai, bisogna però tenere presente quello che accade negli altri paesi. La situazione in Israele è piuttosto caratteristica da questo punto di vista. Anche durante l’influenza spagnola del 1918 si pensava che tutto fosse finito durante l’estate, invece poi le cose tornarono peggio di prima.

Noi però abbiamo qualche arma in più: il distanziamento e l’autoprotezione che ci hanno finora permesso di reggere la botta al meglio. Inoltre in uno studio che sta per essere pubblicato si mette in luce come l’uso esteso della mascherina abbia depotenziato anche le influenze. Cioè quest’anno ci ammaleremo anche meno di influenza per via del fatto che ci siamo protetti meglio da Covid-19.

Questo è un circuito virtuoso che non dovrebbe sfuggire neanche ai più riottosi a indossare la mascherina. Questo significa che se tu la usi correttamente, e se la mascherina è appropriata, allora riesci a difendere gli altri dal tuo possibile contagio. Questa è un’operazione di grande sensibilità e di grande solidarietà ai nostri vicini e al nostro prossimo.

Per cui io continuerò a portarla dove serve. Naturalmente se sono solo all’aperto non serve. Ma la maneggio il meno possibile, perché anche lì si rischia di renderla inefficace. La sostituisco quando deve essere sostituita, e cerco dunque di assumere un atteggiamento che sia il più possibile responsabile.

Quando si pensa ai paesi del Nord Europa, e si dice che lì i contagi e i morti sono andati diversamente, naturalmente si apprezza il fatto che loro queste regole se le impongono più facilmente. Ma siccome siamo stati il paese europeo che probabilmente si è comportato meglio, tenendo presente che siamo stati il primo bersaglio, direi che disperdere questo patrimonio adesso sarebbe davvero da irresponsabili.

Noi cerchiamo di andare avanti per non ricadere in chiusure generalizzate. Questo lo si fa soltanto se ci proteggiamo e se mettiamo distanza fisica. Chi pensa che questo significhi una dittatura, forse non ha capito quanto grave possa essere trovarsi senza respiro attaccato a una macchina.


GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi

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