Una commedia? Una farsa? Una sceneggiata? E’ l’Italia, un sistema Paese che ha smarrito qualunque riferimento certo, vive alla giornata, procede per tentativi, smentisce le istituzioni.

Juventus-Napoli non si gioca non per decisione della federcalcio, della lega di Serie A del ministro dello Sport, Spadafora o del suo sodale, della Salute, Speranza. L’Azienda sanitaria locale di Napoli 1 ha firmato una specie di “decreto”, la squadra del Napoli non può partire, è concreto il pericolo di focolaio all’interno del gruppo squadra, vietato uscire dalla regione che è già a rischio stando alle parole dei medici e del governatore De Luca. Salta la partita ma saltano anche le marcature e si crea un  pericoloso precedente: bastano due casi positivi per cancellare una partita. Non più un minimo di dieci, come era stato deciso dal consiglio di Lega dopo la vicenda Genoa, ma uno vale uno, direbbero i grillini e due vale tutti aggiungo io, dunque un ufficio sanitario ferma una partita e forse il campionato, ci sarà l’effetto domino anche se la decisione napoletana solleva dubbi e insinuazioni.

Non si sa quando verrà giocata Genoa-Torino, entrambe non hanno coppe, non si sa quando verrà disputata Juventus-Napoli che invece sono dentro i tornei internazionali, è una chiavica totale considerato che ora il campionato è sospeso per dare posto alle nazionali, ma chi concederà i propri tesserati a Paesi a rischio e comunque i calciatori andranno in quarantena al loro rientro in Italia?

Quelli del Napoli sono in lockdown, finale cinematografico, secondo usi e costumi di un gioco che ha perso le traiettorie e anche la faccia, con o senza mascherina. Ma ci diranno che tutto questo è fatto per la salute. O no?

Tony Damascelli