Zoff; Gentile, Cabrini, Scirea, Collovati, Bergomi; Tardelli, Oriali, Conti; Rossi, Graziani. L’Italia 1982, targata Enzo Bearzot, stende la Germania laureandosi campione del mondo. La voce inconfondibile di Nando Martellini annuncia in diretta televisiva il trionfo azzurro. Un tripudio senza precedenti.

Claudio Gentile non è stato solo un arcigno e talentuoso condottiero della Nazionale e della Juventus di Trapattoni. E’ stato anche un grande Commissario Tecnico della selezione italiana Under 21. Un timoniere parsimonioso e vincente, messo ingiustamente alla porta dai piani alti del potere pallonaro.

Proprio il poliedrico difensore, nato in Libia, è stato l’ospite d’eccezione di ‘Food Sport’ sulle frequenze di Radio Radio… con una graditissima sorpresa finale

Sulla fine discutibile dell’esperienza alla guida dell’Under 21 italiana

A distanza di tempo questa storia è finita. Sono rimasto sorpreso e deluso, perché sembrava inconcepibile che uno che aveva raggiunto certi risultati venisse mandato via. Lì era una questione di abbassare la testa. Io convocavo quelli che erano meritevoli. Tanto è vero che abbiamo fatto risultati. Il primo anno, quando ho preso l’Under 21 dopo che Tardelli era andato all’Inter, sono arrivato terzo sul podio e nessuno ne parla. Poi nel 2004 ho vinto. Ho vinto la medaglia olimpica e sono stato l’unico insieme a Pozzo. Quindi il mio lavoro aveva portato anche dei risultati, con tanti giocatori che sono andati in Nazionale A. Evidentemente a molti questo non andava bene”.

Sulla scelta della Juventus di affidare la panchina a Pirlo

Adesso non posso dare nessun giudizio. Vedremo, perché non abbiamo niente per cui dare una valutazione come allenatore. Quindi dovremo aspettare l’inizio, il cammino e poi la fine del campionato per dare un giudizio. Io l’ho avuto come giocatore con l’Under 21 e con la Nazionale olimpica. Un giocatore fantastico, di grande personalità e di grande classe. Però sai, l’allenatore è tutta un’altra cosa. Se farà bene, diremo che la Juventus ha indovinato tutto. Se dovesse andar male, logicamente qualche critica ci potrebbe essere. Vediamo che il modo di pensare della società è cambiato e, magari, può essere una cosa positiva”.

Sulle ambizioni da scudetto dell’Inter

Tutti gli anni io sento questo. Anche l’anno scorso ho sentito che l’Inter avrebbe sicuramente vinto il campionato e sarebbe stata competitiva in Champions League. Poi è il campo a darti delle verità che non ti aspetti. E’ sicuramente una squadra che darà fastidio, però la Juventus è una squadra che ha dei giocatori di un certo livello”.

Come difendono oggi i difensori?

Questa è una domanda un po’ cattiva. Lo dico sinceramente: qua non ci sono più i difensori. Se vediamo che un giocatore di 35-36 anni come Chiellini è ancora in Nazionale diventando determinante, e vediamo che dietro non ci sono giocatori all’altezza, poi dobbiamo andare all’estero per prendere i vari De Ligt e altri. Quindi si è persa la nostra forza. Io ricordo che, negli anni ottanta,  tutti dicevano che gli italiani erano i più difficili da superare. Ci criticavano, però eravamo considerati i migliori difensori al mondo. Però il calcio attuale è così e bisogna prenderlo per come è”.

C’è un attaccante che ti ha fatto soffrire particolarmente?

Sì c’è stato un giocatore che giocava nel Vicenza, ala destra, che mi ha veramente messo in difficoltà. Con il calcio di oggi non credo di aver avuto particolari criticità. Nella Juventus ho fatto tutti i ruoli. Un anno ho fatto il terzino sinistro, un anno lo stopper, un anno terzino destro, il mediano, l’ala destra e la mezz’ala. Se sai giocare e hai qualità, riesci ad essere sufficiente in qualsiasi ruolo”.

L’uscita pronta e tempestiva della leggenda Dino Zoff, intervenuto in diretta

Claudio Gentile non aveva bisogno di consigli. Io non ho mai parlato molto, tranne quando l’azione magari era a metà campo. Perché quando gli avversari si avvicinano all’area di rigore il portiere deve parlare con il comportamento tra i pali. Non puoi star lì a perder tempo”.