Un’idea – tremenda – o una battuta – orribile – si può trasformare in un enorme caso mediatico, se non si tiene conto di quanto possa essere ingenuo (oltre al solo pensarla) renderla pubblica.
E’ successo a Giuliano Felluga, responsabile della Protezione Civile di Grado, comune situato nel Friuli-Venezia Giulia.
Il commento sotto un post su Facebook di una collega diventa un caso “a sua insaputa” come sostiene nell’intervista a Luigia Luciani.

Un particolare che è un’arma a doppio taglio, visto che è impossibile determinare se l’ingenuità del dipendente comunale superi l’ignoranza del commento.
L’italiano maccheronico del commento non rende purtroppo impossibile determinare il messaggio finale: “Non preoccupatevi, stiamo organizzando gli squadroni della morte e nel giro di due giorni riportiamo la normalità… Quattro taniche di benzina e si accende il forno crematorio, così non rompono più“.
E’ la “soluzione” di Felluga contro i migranti che hanno manifestato a Udine all’interno dell’ex caserma Cavarzerani, causando non pochi disordini.
Dimissioni e una dose ricca di sdegno aspettano ora l’inconsapevole coordinatore, intervenuto ai nostri microfoni per scusarsi.

Chi mi conosce sa già, perché io sono andato a prenderli in mezzo al mare. Era una battuta venuta male. Io non sono quel genere di persona, né sono fascista. Era una battuta venuta male rivolta a una mia collega di lavoro.

Quando mi sono accorto della gravità della situazione? Ero in ospedale e sono cominciati ad arrivarmi molti messaggi. “Ma cos’hai scritto” mi dicono. E faccio: cosa ho scritto? Non mi ero accorto di questo, perché ero convinto che fosse una battuta con una mia collega.

Parlare di forni crematori e squadroni della morte è comunque ridicolo. Ho già dato le dimissioni e ora aspetto a vedere cosa succederà. Non ho scusanti in nessuna maniera.
Mi scuso, non so cosa fare, l’ho scritto in tutte le salse e comunque ho dato le dimissioni alle 10:30 di questa mattina perché un coordinatore non può fare queste battute
“.


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