A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico, Stato e Regioni non hanno trovato ancora un accordo condiviso sulle regole da seguire per garantire la didattica scolastica ai tempi del Coronavirus. Nodi da sciogliere sono l’organizzazione delle aule e quella dei trasporti pubblici, luoghi principali per i ragazzi a rischio assembramento. Ma a chi spetta la responsabilità di queste decisioni?

Il prof. Enrico Michetti è intervenuto in diretta per chiarire questi dubbi: quali competenze spettano allo Stato? E quali agli enti locali? Consapevoli dell’importanza della scuola e della ripartenza delle attività lavorative in piena regola, convivere con il virus potrebbe essere una soluzione preferibile?
Ecco il suo intervento.

“Le competenze tra Stato e Regioni sono in realtà ben ripartite, lo Stato deve lavorare per avere in ogni regione livelli di qualità importanti, l’organizzazione spetta alle Regioni. Scattano conflitti quando qualcuno vuole arrogarsi i compiti degli altri.
Poi certe cose deve deciderle il buon senso, che va messo a norma. Chiaro che è responsabile lo Stato per quanto riguarda ambiti come la sicurezza dell’alunno o le condizioni della aule. Poi bisogna vedere tutto quello che è l’organizzazione scolastica regionale.
Io sono per l’autonomia: più c’è autonomia scolastica, più c’è eccellenza. Vale anche per le università. Il percorso scientifico meno limiti ha, meglio è. Senza essere frustrato da vie precostituite.

L’organizzazione dei trasporti è in capo alla città, mai allo Stato. Gli accordi si raggiungono insieme, ma se andiamo in uno scontro, il Tar, il Consiglio di Stato in appello, dovranno decidere di chi è la competenza. Per quanto riguarda il trasporto delle città, anche scolastico, spetta all’ente locale. Poi è chiaro che in linea generale per la tutela della salute possono essere indicate delle prescrizioni che possono ricadere anche in altri ambiti. Dietro una competenza c’è sempre colui che ha la responsabilità di farla osservare, un solo soggetto che si chiama responsabile del procedimento. Questo è il diritto amministrativo. Se andiamo a dipanare la matassa c’è sempre chi ha l’incarico di risolvere quel problema.

Se si tratta di provvedimenti emergenziali temporanei si agisce con un ordinanza sennò lo strumento è quello del regolamento che entra nel palinsesto normativo locale. Oggi siamo nel caso dell’ordinanza. Ma dobbiamo capire cosa succederà: se il banco monoposto ha le rotelle è fluttuante, la distanza diventa fluttuante mentre il banco monoposto fisso crea delle distanze materiali che non possono essere valicate. Per il distanziamento è molto più agevole e confortevole il banco rigido.

Con il virus bisogna iniziare a conviverci, non può essere un momento di preclusione delle nostre attività principali, soprattutto quella della formazione. Noi andremo a creare delle deficienze sul tessuto strutturale delle prossime generazioni che saranno disarmanti. Dobbiamo difendere le categorie più fragili e isolarle dal virus, ma poi bisogna riprendere la vita e permettere all’individuo di riniziare a sviluppare la propria dignità“.

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