L’ultimo DPCM del Governo per fronteggiare l’emergenza Covid risaliva all’11 giugno e domani, martedì 14 luglio, verrà approvato un nuovo Decreto che proroga lo Stato di emergenza.

Tale documento dovrebbe inoltre riconfermare, fino al 31 luglio, molte delle misure restrittive adottate in questi mesi come il divieto di assembramenti, l’uso della mascherina, le discoteche chiuse e lo stop ai voli. Sarà Roberto Speranza, Ministro della Salute, ad esporre tali provvedimenti al Parlamento.

Il Governo continua quindi a ricorrere a “poteri speciali” per adottare misure senza la necessità di passare preventivamente dal Parlamento.

A “Un giorno speciale” Francesco Vergovich e Fabio Duranti intervistano al riguardo Enrico Michetti, direttore della Gazzetta Amministrativa, che pone l’accento su alcune problematiche di questo modus operandi rispetto al sistema costituzionale italiano.

Si chiedono addirittura poteri speciali, la situazione è drammatica perché il cittadino rimane silente, non comprende. Se la vicenda non lo tange in prima persona in quelli che sono gli interessi diretti rimane distante e gli aspetti speculativi prendono il sopravvento. Ci saranno effetti irrimediabili per il cittadino silente.

Per quale motivo oggi si richiedono poteri speciali? La legge ha previsto un decreto per l’emergenza ed è il Decreto Legge. Un provvedimento ordinario, un atto normativo previsto dalla nostra costituzione per fronteggiare eventi straordinari con la vigilanza del Presidente della Repubblica.

La democrazia è un qualcosa che va preservato. Lo stato di emergenza si può deliberare soltanto in caso di guerra, ma a deliberarlo è il Parlamento, l’organo sovrano, non il Governo attraverso questa continuazione dei DPCM (Decreti ministeriali).


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