Le proroghe fiscali non ci sono state, gli imprenditori si indebitano in banca, chi non può chiude l’azienda.
In compenso molti lavoratori pubblici intendono lo smart working come un modo per non lavorare affatto. Io per avere una carta d’identità ci metto un mese e mezzo nel mio comune, c’è gente che da quattro mesi aspetta targhe automobilistiche: nella stragrande maggioranza dei casi negli uffici pubblici italiani non c’è più rispetto per le scadenze.

Stiamo in sostanza spaccando l’Italia in due. Vi sembra normale che mezza nazione sia bloccata perché non può pagare le tasse, che si debba indebitare in banca per pagarle, che non sappia come fare, che abbiamo il 40% delle imprese in difficoltà? In compenso però abbiamo tribunali, università, scuole in cui si invoca di continuare lo smart working.

Che cos’è questo smart working? Ci sono degli indicatori di produttività, oppure come da esperienza mia e di tutti coloro che conosco, si evince che si sono allungati i tempi a dismisura?

Vorrei allora capire qual è la giustizia in questo Paese e perché stiamo dividendo il popolo in due, tra chi ha uno stipendio garantito e gli autonomi o i piccoli imprenditori.

Chiedetelo ai commercialisti italiani: quale proroga è stata ottenuta dalle piccole e microimprese per uscire dalla situazione disastrosa del coronavirus?
Chiedetelo ai commercialisti italiani: quale è stato il sostegno oggettivo in termini di aiuto fiscale del governo sul pagamento delle imposte, ad oggi primo problema delle imprese?
Chiedetelo ai commercialisti: quale reale vantaggio hanno avuto? Quanti i giorni d proroga? Quali gli aiuti fiscali ottenuti?
Zero. Solo promesse.

Promesse di parlamentari la cui gran parte non ha mai lavorato in vita sua all’interno di un’azienda. Direi che non hanno mai lavorato strictu sensu se andiamo a vedere la dichiarazione dei redditi prima e dopo l’entrata in Parlamento, ma, comunque, promettono aiuti alle imprese (salvo dire che se un ristoratore ha dei problemi deve cambiare mestiere).

Questa è la situazione folle nella quale ci troviamo.

Abbiamo il 40% delle imprese (dati ISTAT) a rischio chiusura e le proroghe fiscali non ci sono mai state: questi sono i fatti. Il resto sono solo vuote promesse elettorali della nuova casta politica.

Malvezzi Quotidiani, comprendere l’Economia Umanistica con Valerio Malvezzi


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