La curva che quotidianamente monitora i casi di contagi da coronavirus nella giornata di ieri ha trovato il suo picco in Veneto, tra il comune di Casier e Treviso, dove 133 persone sono risultate positive al tampone. Un focolaio circoscritto all’interno della caserma “Silvio Serena” riconvertita in centro di accoglienza.

I migranti che hanno contratto il coronavirus, per la maggior parte provenienti da Paesi dell’Africa subsahariana e richiedenti asilo mediorientali, risultano tutti asintomatici, sono stati isolati all’interno della struttura. Mentre gli altri presenti e risultati negativi sono stato messi in quarantena.

Alla notizia della positività nel centro di accoglienza trevigiano sono seguite le polemiche dei contrari all’accoglienza e ai porti aperti. Va aggiunto, comunque, che i migranti in questione sarebbero già da anni presenti sul suolo italiano.

Sulla vicenda è stato intervistato da Luigia Luciani e Stefano Molinari Mario Conte, sindaco di Treviso. Ecco il suo intervento a “Lavori in Corso”.


“Non ci meritiamo un ritorno nell’emergenza”

“Succede qualcosa di paradossale. Noi da mesi stiamo richiamando al rispetto delle regole i nostri cittadini. Gli abbiamo chiesto di restare chiusi in casa, di chiudere le fabbriche, di cessare le loro attività, di non incontrare gli amici, di stare attenti. E poi all’interno di una struttura gestita dal Ministero tutte quelle regole che noi chiediamo ai nostri cittadini di rispettare, non vengono rispettate all’interno della struttura.

E oggi ci troviamo con 133 casi di positività. E come se non bastasse queste persone escono dal centro di accoglienza per frequentare piazze, centri sociali, prendono mezzi pubblici. Dopo 50 giorni che il Comune di Treviso era covid-free ritornare nell’emergenza è qualcosa che non ci meritiamo e del quale chiediamo conto allo Stato. Siccome le responsabilità sono del Ministero, noi non vogliamo pagare ulteriori conti”.

“Porterò il conto sulla scrivania del Governo”

Io credo che il Governo non abbia mai avuto sotto controllo la situazione. A peggiorare la situazione è lo stato d’animo dei cittadini, che vedono vanificare i loro sforzi da una gestione superficiale della crisi. Oggi tutti i giornali titolavano ‘Treviso città più contagiata d’Italia. Capite che il danno d’immagine è elevatissimo. Chiederò conto al Governo.

Se il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio e i ministri vari, fossero più vicini al sentimento popolare si renderebbero conto che c’è bisogno di giustizia, serietà, responsabilità.

Adesso mi riserverò, insieme all’Avvocatura civica, di quantificare i danni d’immagine, i danni morali, chiederò un incontro alla ministra Lamorgese e porterò il conto sulla loro scrivania”.


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