C’è un evidente delirio di potere alla base di quanto accaduto ai Carabinieri di Piacenza. Questo lo vediamo abbastanza bene nelle intercettazioni, nelle fotografie, in tutto quell’apparato iconografico e di contorno che accompagna questa vicenda molto triste. Sostanzialmente, i responsabili di queste attività malavitose organizzate, pensavano di farla franca.

Un po’ quello che succede, già in altri casi è accaduto, anche agli appartenenti alle forze dell’ordine quando decidono di prendere la strada sbagliata. Perché lì rivendicano sostanzialmente una impunità che deriverebbe forse dalla copertura divisa. Invece questa volta sono stati arrestati e si spera che verranno processati in fretta e bene. Altri casi naturalmente di comportamenti sbagliati, da parte di appartenenti alle forze dell’ordine, sono sotto gli occhi di tutti.

Soprattutto negli altri paesi, soprattutto negli Stati Uniti dove ci si perde la vita se ci si trova di fronte a certi individui. Però la polemica che si sta scatenando su ‘mele marce’ oppure no, francamente non mi appassiona. Nel senso che in qualsiasi contesto è possibile trovare coloro che si comportano molto bene e coloro che si comportano male o molto male. Non vedo perché ce ne meravigliamo. Certo, una volta la benemerita era tutt’altra cosa.

Ricordo che mio padre che ne faceva parte, pure se delegato ai servizi segreti, era molto orgoglioso di essere un ragazzo del sud che aveva trovato nel comando di una stazione di Carabinieri la sua realizzazione. Oltretutto i componenti della famiglia e i parenti, fino a un certo grado, dovevano essere irreprensibili. Non sarebbero state tollerate altri tipi di situazioni e anche il comportamento individuale in casa.

Ora forse non si dovrebbe arrivare a questo però i corpi di eccellenza, anche se derivano da corpi militari, dovrebbero in ogni caso mostrarla sempre. Invece quello che vediamo oggi è qualche cosa che avrebbe spaventato mio padre, ma preoccupa anche me.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi      

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