Quando lo sviluppo del capitale di un Paese diventa un sottoprodotto delle attività di un casinò da gioco, è probabile che vi sia qualcosa che non va”. Con questa insinuazione John Maynard Keynes, già negli anni Trenta, puntava il dito contro i mercati finanziari e la loro “mentalità da casinò”.

Le preoccupazioni esposte dal grande economista britannico sembrano trovare oggi ancora più fondamento. Mai come adesso il tema della finanza, non in grado di soddisfare i bisogni dell’economia reale, risulta all’ordine del giorno.

Così nell’agenda politica si sommano gli appuntamenti che vertono sulle strategie produttive e d’investimenti del Paese. Non prendendo in considerazione che il problema debba essere sradicato alla base. La missione diventa impossibile, o quasi: evitare una stagnazione, o peggio, una recessione pronosticata dai diversi istituti nazionali e agenzie di rating internazionali.

Uno degli ultimi eventi che hanno alimentato il dibattito pubblico è stata la relazione annuale tenuta dal presidente della Consob Paolo Savona. Nel suo intervento l’economista, in passato al centro di numerose polemiche, ha suggerito l’emissione di “obbligazioni pubbliche irredimibili”, cioè bond pubblici perpetui di guerra esonerati fiscalmente.

Per l’economista Valerio Malvezzi, intervenuto ai microfoni di Fabio Duranti e Francesco Vergovich, si tratta di una misura già conosciuta e ampiamente invocata in numerose occasioni.

Ecco l’intervento di Valerio Malvezzi a “Un Giorno Speciale”.

Quando lo dicevo io…

Non so se vi ricordate quando dicevo che il debito pubblico non è fatto per essere rimborsato. Io argomentavo questa storia dicendo guardate che nella storia nessuno Stato ha mai rimborsato il debito pubblico. Perlomeno negli Stati occidentali dal 1945 a oggi.

Ora, recentemente è successo che un importante uomo italiano ha detto quello che ho detto io. Il problema è che finché lo dico io non succede niente. Se lo dice questa persona qua è un problema.

Allora: c’è stata la relazione annuale della Consob, la società che deve tutelare il risparmio e tante altre cose. Insomma, la massima autorità di controllo in materia finanziaria del Paese. E cosa dice il presidente Paolo Savona della Consob? Udite udite, dice che lo Stato dovrebbe emettere titoli irredimibili”.

Debito pubblico come i gratta e vinci

Sapete cosa vuol dire? Che non possono essere redenti, che non si deve rimborsare la quota capitale. C’era già qualcuno che aveva detto questa cosa qua, forse da questi microfoni. In poche parole la soluzione che propone il presidente della Consob è fare come nelle economie di guerra.

Noi dobbiamo aspettarci che entreremo in un mondo nel quale i titoli non vengono rimborsati. In sostanza ci stanno spiegando che il debito pubblico sarà come andare a prendere il gratta e vinci e quindi diventi turista per sempre. Non ti porti a casa il capitale investito ma soltanto gli interessi.

Se lo dice il presidente della Consob ci sono alcuni effetti collaterali. Cioè, i titoli irredimibili significa lasciare sul tavolo l’ipotesi che noi non saremo in grado di rimborsarli. In sostanza, visto che in Italia c’è un grande risparmio privato, noi lo prendiamo e lo diamo allo Stato. E praticamente la Consob, nella relazione del suo presidente ci sta dicendo che il mercato sta anticipando questa roba”.

Perché conviene anche a George Soros?

E sapete a chi va la relazione della Consob? Per prassi va al ministro dell’Economia. Quindi Gualtieri trova un documento in cui c’è scritto che un domani il debito pubblico non si rimborserà più per legge.

E ci sono dei precedenti storici. Era l’anno della guerra di Etiopia e noi abbiamo utilizzato i titolo irredimibili per finanziare la guerra nel 1935. Quella roba lì ha dato interessi fino agli anni ’90. Noi stiamo dichiarando che siamo uno Stato in emergenza di guerra. Stanno dicendo che danno ai cittadini una rendita perpetua, ma che il debito pubblico non si rimborsa più.

Sapete chi è stato il più grande operatore finanziario internazionale che ha sostenuto pochi mesi fa questi bond irredimibili da non rimborsare? Si chiama George Soros. Perché secondo Soros dovrebbero farsi in Italia le cose che sta dicendo Savona? Altrimenti gli Stati, secondo Soros, potrebbero distruggere il principio di solidarietà su cui si è costruita l’Unione europea.

Quello che stanno facendo è crearci la condizione che non esiste una fine. Il loro fine è renderci schiavi “sine die”. Per qualche decennio saremo legati a delle scelte di natura politica. Nessuno parla di uscire dallo schema della schiavitù”.


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