Sembra che un paese intero si stia sollevando contro il razzismo. Il paese più razzista di tutti effettivamente, o uno dei più razzisti, quello che è nato sulla disuguaglianza. Ricordiamoci sempre che gli Stati Uniti d’America nascono dopo uno scontro epocale fra Nord e Sud in cui la questione principale era quella dello schiavismo, che il Sud voleva continuare a perpetrare invece il Nord non voleva. Ora si può dire qualsiasi cosa degli Stati Uniti, ma non che abbiano risolto questa situazione.

Il famoso Melting Pot, cioè il posto in cui si dovevano mescolare le razze, non è mai stato una realtà. Ma neanche la Salad Bowl come dicono loro, cioè il contenitore per l’insalata dove le cose non si mescolano ma stanno comunque bene insieme, anche questo è stato lontano dal realizzarsi. Ma quello che colpisce di più è come la violenza della polizia sia stata selettiva, cioè sempre orientata verso le minoranze oppure verso gli afroamericani.

Nessun bianco avrebbe subito la sorte di George Floyd o degli altri che stanno venendo fuori in questi periodo, e di tutti gli altri che non conosciamo. Nessun bianco avrebbe potuto avere quella sorte lì.

Ma questo affonda le sue radici nella profonda convinzione che esistano le razze e che le razze umane siano un motivo di discriminazione. Che noi occidentali bianchi siamo evidentemente superiori agli asiatici, che sono peraltro sempre infidi come il virus dimostra, oppure agli afroamericani o gli africani in generale o agli altri gruppi etnici come meglio dovremmo chiamarli. Questo negli Stati Uniti raggiunge poi il culmine perché è come se vivessero lì due società separate, per quello che ho potuto vedere nelle varie volte che ci sono stato.

Due società in cui sono possibili per esempio le posizioni apicali di carriera, però all’interno del proprio colore di pelle. Infatti questo lo si vede anche nella massima industria dello spettacolo, quella del cinema, in cui ci sono molti attori e attrici di colore importanti, e così anche molti attori bianchi, ma le loro strade sono sempre parallele. Difficilmente si incrociano come se non si volesse dare conto di una possibile mescolanza di gruppi.

Purtroppo in questo problema il campione del mondo è Donald Trump che è intrinsecamente razzista, lo si vede in tutte le sue azioni, e che fa finta che si tratti di una questione di legge e ordine, e non invece di una questione culturale. Ma come diceva Giorgio Gaber, per quello che riguarda la cultura possiamo stare tranquilli: gli americani del Nord non ne sono stati mai intaccati.

GeoMario, cose di questo mondo – Con Mario Tozzi


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