Tra i quattro partiti che compongono il Governo sicuramente Italia Viva è il gruppo che dall’inizio dell’emergenza Coronavirus punta a riaprire in fretta. E’ già passato quasi un mese dal 28 marzo, quando in un’intervista rilasciata al quotidiano Avvenire, il leader di Iv Matteo Renzi aveva spinto fortemente per mandare gli italiani al lavoro convivendo con il virus.

In quel caso erano state dure le reazioni alla proposta di Renzi, anche nella stessa maggioranza con l’alleato di Governo Pierluigi Bersani (Articolo Uno) che l’aveva definito un “imbecille“. Solo adesso, con la fase 2 che si avvicina, quell’appello sembra trovare delle risposte concrete.

Per Italia Viva come dovrà essere l’Italia dal 4 maggio? Luigia Luciani e Stefano Molinari lo hanno chiesto a Davide Faraone, Presidente dei Senatori Iv.

Ecco il suo intervento a Lavori in Corso

Si poteva e doveva agire prima

Se già in quel 28 marzo si fosse ragionato su come programmare le ripartenze oggi ci troveremmo in una posizione molto più semplice. Invece sono passate giornate e si è deciso di nominare una task-force. I fatti ci hanno dato ragione.

Se la task-force coordinata da Colao fosse stata nominata il 28 marzo oggi avremmo potuto dare risposte concrete a tutti gli italiani.”

Il ruolo di Italia Viva nel Governo

Dire che il nostro è più un atteggiamento da opposizione è un po’ esagerato. Abbiamo votato insieme alla maggioranza e lo faremo anche la prossima settimana per autorizzare lo scostamento di bilancio.

Il problema è che quando c’è da muovere una critica non ci tiriamo indietro. Più che di opposizione si tratta di buon senso e rispetto per gli italiani.”

Decidere da che parte stare

Nel Movimento 5 stelle dovrebbero decidere che posizione avere. Nel senso che c’è da un lato Di Battista che vorrebbe l’Italia come 23esima provincia della Repubblica Popolare Cinese. Fino a chi invece come Patuanelli pensa che un Mes senza condizionalità sia da utilizzare.

Anche io credo che dobbiamo utilizzare tutte le risorse economiche messe a disposizione dall’Europa. Il nostro problema sono i tempi. Negli Stati Uniti hanno fatto un intervento da 240 miliardi sulle politiche passive del lavoro e le hanno immediatamente rese esecutive. Noi invece aspettiamo ancora giovedì per discutere con l’Europa”.

Cosa non deve mancare nella fase 2?

Chiarezza, uniformità tra le regioni, lavoro che riparte. Bisogna avviare i cantieri anche nelle scuole per metterle in sicurezza approfittando della chiusura fino a settembre. Si utilizzi il modello Genova per avviare i lavori anche nelle strade al momento deserte. Si facciano partire le opere pubbliche”.


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