– Ma te mo’ stai in vacanza fino ar…tre aprile?
– Non è vacanza Mari’, è chiusura precauzionale, diciamo, poi vediamo che succede…
– E i rEgazzini a scola come fanno?
– Casomai a casa…abbiamo creato classi digitali su alcune piattaforme…mandiamo lì schede, esercizi…
– Boh…sarà…

La guardia addetta all’ingresso del supermercato chiama:
Altri due dentro! Rispettate la distanza in fila! 
Voce dal fondo:
– Aoh! Ma ieri aR teleGGiornale diceva ‘e scole…‘e chiese…ma MMica i supermercati…
Esce, con un pregresso di incazzatura dal quale si evince che starà ripetendo il concetto per la millesima volta, il proprietario del supermercato:
– BBasta! Ogni voRta ve devo ripete er concetto! AR massimo quaranta persone dentro! Due escono, due entrano! AR piano de sotto uguale!
– Si ma mentre io sto a parla’ co’ TTe ‘ste due so’ passate avanti! Che penZi che c’hai ‘a mascherina e pòi fa’ come te pare?

Una bestemmia dalle retrovie. In qualche modo la fila si risistema. 

Entriamo, in due. 

Mi colpisce la presenza, numerosissima in proporzione al numero totale degli avventori, di persone anziane. Tutte senza mascherina. Una signora, con mascherina professionale, sbotta contro una donna anziana che non rispetta la distanza, delimitata da linee scure di nastro adesivo, che sono state poste sul pavimento sin da ieri:
Sono un’infermiera professionale, madre di una ragazza immunodepressa! Girano soprattutto quelli che dovrebbero stare a casa! E poi noi dobbiamo curarli! Non avete idea di cosa c’è negli ospedali! Io ho mezz’ora per fare la spesa e devo tornare in corsia! Dovete stare a casa!

Scaffali vuoti? A macchia di leopardo, in realtà; la frutta, per esempio, dagli scaffali della frutta e della verdura si capisce che ci sono stati dei ricarichi recentissimi. Soprattutto lo scatolame viene preso di mira. Mi sorride malinconico un filetto di tonno sott’olio. I fazzoletti, anch’essi in via d’estinzione; già terminate le salviettine umidificate. Negli scaffali della pasta si aprono varchi a vista d’occhio; restano però  ignorati i radiatori, le ruote, le zite, le ormai mitologiche penne lisce. 

Piamo ‘ste gocciole che nUn se sa mai…– sussurra con aria solenne un signore alla moglie.

In fila alla cassa, poso i piedi sulla linea di nastro regolamentare. Non sono in fuorigioco; quasi nessuno lo è. Arriva una nonnina, chiama candida ma con aria decisa, quasi spazientita…
– Scusi ma lei che s’è messo a fa’ lì? ‘Nze capisce a quale cassa sta a fa’ ‘a fila, eh!
– Guardi che è la distanza da mantenere signora! – grida la cassiera, attraverso la mascherina. 
– Cheeeee?! Ma che VVe sete ammattiti tutti Ztamattina? Ecco perché ce stavEno ‘e guardie…

Paolo Marcacci


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