La legge Spazzacorrotti è entrata in vigore lo scorso primo gennaio. La norma, che di fatto abolisce la prescrizione, ha dato vita a un vero e proprio scontro, sia sulla scena politica, sia tra gli stessi addetti ai lavori, tra chi considera la prescrizione un tipico escamotage per evitare la condanna e chi pensa, invece, che sia uno strumento a difesa delle garanzie del cittadino. In questo clima di aspri dibattiti, il funzionamento, le tempistiche e le procedure del sistema giuridico continuano a far discutere.

Ne abbiamo parlato con Enrico Michetti, direttore della “Gazzetta Amministrativa.

La prescrizione è l’arco temporale in cui lo stato può procedere contro un cittadino. Abolirla non è civile e denota un forte passo indietro: solo nelle dittature non esistevano tempi determinati entro cui procedere. Abolire i termini della prescrizione significa anche allungare ulteriormente le tempistiche processuali, con tutte le difficoltà di memoria e reperimento delle prove.

Prescrizione come strategia? Le deficienze del sistema giuridico vanno ovviate con l’implemento del personale e lo snellimento della burocrazia, non con l’abolizione di quella che è un garanzia per chi è processato”

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