Alla fine del primo tempo soltanto champagne e caviale. L’Inter aveva mostrato un football magistrale, due gol, perfetti per astuzia quello di Lautaro Martinez, artistico quello di Vecino su combinazione totale della squadra. Alla fine del secondo tempo, sconfitta, tre gol dei tedeschi del Borussia, il calcio ha trame ed epiloghi imprevedibili ma Conte dovrebbe riflettere a lungo sugli errori suoi e della squadra.

Perchè il Dortmund, annichilito nel primo tempo, aveva comunque molestato i nerazzurri sul fronte destro là dove Biraghi, mal protetto dai centrocampisti, aveva concesso spazio alle giocate avversarie, Hakimi su tutti. Dunque sarebbe stato opportuno rinsaldare il settore, cosa che è avvenuta in ritardo, quando ormai la squadra è sembrata imbarcare acqua, non riuscendo a gestire il pallone, con Brozovic assente all’appello e con Lautaro rimasto solissimo in avanti.

Infatti il suo collega di reparto, Lukaku, è sembrato una vecchia gloria, indisponente, inutile, costringendo l’allenatore alla sostituzione, comunque ritardata. L’Inter, come era accaduto a Barcellona, è esistita per un tempo, quindi si è sgonfiata, perdendo punti di riferimento, salvata da un paio di interventi di Handanovic ma in affanno sia in Skriniar sia in Godin.

Una sconfitta amara, che apre una ferita e lascia in bilico il viaggio in Champions. Molto, se non tutto, dipenderà dalla trasferta di Praga e dalla sfida di San Siro con il Barcellona che è stato fermato proprio dallo Slavia.

Tony Damascelli


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