Dal ’90 ad oggi i nemici dell’Italia sono sempre gli stessi, anche se si presentano con nomi e ruoli diversi.
Se andiamo sul sito della Goldman Sachs scopriamo che Mittal è stato uno dei direttori di spicco proprio della medesima Goldman Sachs.

La stessa Goldman Sachs di Romano Prodi, di Mario Monti, di Mario Draghi che gli cedette gran parte del nostro patrimonio industriale negli anni ’90, come denunciato dalla TV tedesca e dal braccio destro di Enrico Mattei, Benito Li Vigni.

Goldman Sachs di Massimo Tononi, presidente fino a qualche mese fa di “Cassa Depositi e Prestiti”, la stessa società che dovrebbe fare la cordata insieme a Mittal sull’ILVA. Sarebbe quindi una cordata Goldman Sachs in piena regola: una cordata di quelli che dal 1992 vogliono deindustrializzare il nostro paese.

Credete davvero che sia stato un caso che a Mittal abbiano fatto firmare un contratto che prevedeva lo scudo penale e la possibilità di recedere allo stesso nel caso in cui questo fosse stato tolto?
Credete sia un caso che dopo le trattative quello scudo sia stato effettivamente tolto, servendo quindi su un piatto d’argento la exit strategy a Mittal?

Non mi sembra strano che a farlo sia stato un Governo PD, ossia un partito che da sempre fa gli interessi della Goldman Sachs, che ora vuole far uscire pulito Mittal dalla questione: non possiamo permetterlo, dobbiamo nazionalizzare subito, bonificare subito senza permettere allo straniero di passare.
O si fa l’Italia o si muore.

La Matrix Europea, la verità dietro i giochi di potere – Con Francesco Amodeo

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