Si potrebbero dire tante cose della Lazio di Bologna, partendo naturalmente dal protagonista della partita, Sinisa Mihajlovic, a cui non smetteremmo mai di rivolgere un applauso. La Lazio, dicevamo, esce con un pareggio che si può commentare in tanti modi, tra legni, gol, rigori, occasioni mancate.

C’è chi, alla fine, dirà che conta la prestazione. Chi, invece, punterà tutto sull’occasione mancata. Fatto sta che il dato più significativo è un altro: la Lazio, dopo sette giornate, è a meno cinque dall’Atalanta.

Può sembrare semplicemente un dato numerico e invece è lì a far scattare l’allarme in chiave quarto posto, ma soprattutto è lì a confermare che si poteva, di doveva, far meglio in questo avvio di stagione, in cui i bergamaschi – peraltro sconfitti – hanno avuto anche l’impegno e lo stress della Champions.

La Lazio, che pure si è complicata la vita in Europa League con la sconfitta alla prima giornata, non è invece riuscita a dare continuità al suo campionato, perdendo ogni volta la possibilità di dare una sterzata anche alla classifica. Undici punti in sette giornate, cioè su ventuno, sono poco più, un soffio in più, della metà del bottino. Un punto e mezzo a partita.

Troppo poco, al netto di qualsiasi considerazione, in virtù delle qualità di una squadra che ha avuto anche il vantaggio di ripartire dalla stessa intelaiatura dello scorso anno. Ci sono quattordici giorni per interrogarsi.

Alessandro Vocalelli


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