Arriva l’ordinanza del G.I.P. sul caos scale mobili che ha coinvolto la metro di Roma nei mesi precedenti e che ancora lascia perplessità sul loro stato. Per il giudice, infatti, “permangono problematiche tecniche legate a pregressi o attuali manomissioni, il tutto da rendere non escludibile l’avverarsi di ulteriori sinistri”. Fatti gravissimi che questa mattina hanno portato alla sospensione per un anno di tre dipendenti dell’Atac e uno di Metro Roma.

Per approfondire la situazione abbiamo intervistato Vincenzo Bisbiglia, giornalista de Il Fatto Quotidiano.

“Da quello che emerge delle carte c’è il rischio che possano essere chiuse le stazioni. Se quello che è uscito dalle carte e dalle intercettazioni è vero e c’è un riscontro tecnico bisogna cominciare a preoccuparsi.

Il tutto nasce dalla società Metro Roma, questa doveva fare manutenzioni e non le faceva. Quando venivano segnalati errori e guasti nei registri non si inserivano i codici che potevano portare a penali. Questo con la consapevolezza colposa – per il momento – di alcuni dirigenti Atac che avevano capito ma non intervenivano. Da quello che è emerso però non c’è corruzione ma semplicemente la necessità di portare avanti il servizio senza chiudere stazioni ed evitare di sollevare l’opinione pubblica e il Comune contro Atac”.

Con il nuovo Governo da quello che emerge c’è la volontà di fare la riforma di Roma Capitale e di arrivare ad una sorta di Roma “città regione” che darebbe più soldi e più respiro. Un città come Roma, che è il nostro biglietto da visita, ha necessità di un piano straordinario, di un flusso di soldi che permetta di ripartire”.


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