Devo dire che ascolto volentieri i dibattiti televisivi, ma purtroppo rincasando, talvolta, a tarda ora, dopo le prime battute mi addormento sul divano.

Certo per la cervicale non è proprio un toccasana, ma il gusto di lasciarsi prendere dal piacevole torpore che anticipa il trapasso notturno, mentre si alternano in video personaggi di ogni tipo, estrazione, vezzo ed orientamento, mi sembra un degno commiato alla giornata che fu.

Di quei discorsi al mattino mi restano dei semplici mozziconi, comunque, sufficienti per accendere una riflessione nella fase del risveglio, prima che la casa diventi una baraonda in cui tutti cercano e nessuno trova, tutti hanno fretta e poca pazienza, tutti pretendono in maniera scontata un servizievole aiuto, nonché di essere compresi ed assistiti.

Guai a non assecondare il caos, i richiami diventerebbero, senza alcuno scrupolo, delle urla di zombie che vagano nevrastenici, in guerra con il mondo e che si accendono per un non nulla.

Finché non senti la porta sbattere per l’ultima volta o il campanello che smette di trillare, in maniera compulsiva, per qualche dimenticanza, sei ancora nel bel mezzo della tempesta. 

Ma poi, la quiete sopraggiunge sempre.

Pian pian la mente ritrova il suo equilibrio e la calma porta consiglio.

Quindi, prima di ripartire per una nuova giornata, dopo la colazione, con la televisione sempre accesa anche se non la guarda nessuno, mi concedo il piacere di scrivere qualche riga.

Qualche riga scampata all’inferno mattutino.

Ma veniamo a noi.

Del Governo più voluto dall’esterno che dall’interno, dagli euro americani piuttosto che dagli italiani, ne abbiamo già parlato.

Ma non è tanto l’ennesimo inciucio che desta particolari preoccupazioni essendo ormai divenuto la prassi.

Anche perché finché non si farà una legge elettorale che possa determinare in maniera inequivocabile chi governi per espressa volontà degli italiani l’orchestra continuerà sempre a suonare la stessa musica del compromesso incoerente ed indecente.

Ma allora ci si domanda perché il sistema non partorisce l’agognata riforma piuttosto che continuare ad offrire a turno sempre il medesimo squallido spettacolo?

Semplice! Perché poi, si dovrebbe governare senza alibi.

E per governare realmente servono idee, logica, capacità, preparazione, esperienza ed onestà.

Merce rara da rinvenire in questo Parlamento, meglio le continue azzuffate, fanno teatro e danno l’impressione che qualcosa si muova o si faccia, nonostante il “Bastimento Italia” sia alla deriva senza timone e con una guida saldamente affidata alla benevola curatela straniera.

Non a caso riprende voce la capitana tedesca, un popolo che dopo gli sbarchi subiti ad Anzio ed in Normandia si è rifatto a Lampedusa dinanzi all’arrendevole preda italica.

D’altro canto l’ossequio e la subordinazione si dimostrano con i fatti altrimenti più che una benedizione dagli Stati padroni dell’Europa avremmo ricevuto una sanzione.

C’è qualcuno che sostiene che sia la legge del contrappasso, il prezzo da pagare per l’appoggio formale e soprattutto per esserci ribellati.

Per aver pensato ad una Europa senza predatori e terre di servizio, auspicando un mondo civile rispettoso delle diverse culture e delle diverse storie dei paesi membri, in grado di trovare intese armoniche, logiche, congrue ed imparziali, senza quindi, prevaricazioni, o gesti di sottomissione, piuttosto soluzioni comuni, intelligenti per non farci schiacciare dall’imperialismo americano e dal comunismo capitalista cinese !

Ora, il messaggio che si offre al Paese e’ che Salvini abbia cinicamente forzato la mano per prendere i pieni poteri. E che da questo suicidio sia nato il nuovo Governo tra nubendi improvvisamente appassionati ed amorevoli.

Cosa senza dubbio non lontana dalla realtà.

Il politicamente corretto ha quindi aperto il proprio fronte d’attacco, sugli auspicati pieni poteri, evidenziando nel leader leghista aspirazioni tiranniche.

Forse chi è abituato ad affogare le opinioni dissenzienti attraverso il sodalizio repressivo con l’organo magistratuale, ideologizzato ed in carriera (pochi, forse pochissimi, in un ambito di persone nella quasi totalità dei casi perbene, ma maledettamente devastanti) piuttosto che con una leale e costruttiva  dialettica politica, ha visto in Salvini un personaggio diverso, più difficile da colpire, perché in grado di aizzare le masse, perché talvolta becero e popolano come gli esecutori materiali che ritualmente utilizza il politicamente corretto per irretire le istituzioni democratiche che non si piegano.

Salvini non è un Parlamentare della prima Repubblica, uno che puoi licenziare con le monetine, perché te le ritira.

Che personaggio orribile avranno pensato, assomiglia proprio a quei brutti ceffi che utilizziamo per i lavori sporchi.

Davvero pericoloso.

Anche per la cordata senza pudore del “Vaffa” chissà che supplizio dev’essere stata la strana convivenza contrattuale con un individuo di tal risma.

Chissà che onta deve aver rappresentato la difesa parlamentare di un presunto sequestratore.

Il politicamente corretto avrà pensato  di trovarsi dinanzi ad nemico mortale, addirittura immune agli strali dell’Organo repressivo, e soprattutto in grado alla bisogna di asservire al proprio esercito i patrocinatori dello spazza criminali.

Certo che strana l’Italia che ha massacrato uno statista per un presunto finanziamento illecito a partito (non poteva non sapere) e si fa portare a spasso da saltimbanchi che hanno commesso crimini talmente gravi da non potersi neanche candidare in Parlamento, finanche quando era consentito a cani e porci.

Non entro poi, nel merito delle presunte bravate dei loro pargoli che si accompagnano ai rampolli dell’aristocrazia godereccia.

Eppure il popolo li ha seguiti con diligenza e reverenza (!?!) addirittura la stampa si è piegata all’elemosina di qualche sberleffo mentre il gaudente popolare percorreva i pochi metri di sabbia che dividono le acque dalla villa.

Non entro neanche nel merito di come sia stata sopraffatta e domata ai propri piaceri l’area demaniale dai moderni ambientalisti tecnologici in quegli arenili prestigiosi della bella costa italica.

Cari Signori, Salvini non è uno statista, purtroppo per lui e per noi, non so’ neanche se abbia capacità politiche o meno, ma non credo che eliminando Salvini si risolvano i problemi del Paese.

Forse qualcuno ha interesse a farlo credere.

Certo un ministro dell’interno sulla Ruspa, al Papete in versione mare, etc. non è proprio il mio ideale di personaggio pubblico dicasteriale. Figuriamoci la mia scheda è sempre bianca.

Ma debbo riconoscere che a differenza degli altri almeno si presenta per quello che è.

E non mi sembra che faccia in spiaggia l’ambientalista con il cancello sbarrato in una villa a pochi metri dal bagnasciuga.

È vero il figlio ha fatto un giro sulla moto d’acqua della Polizia, per carità di Dio, non si fa, ma non mi sembra che sia indagato per stupro.

L’Italia ha problemi ben più seri di Salvini, che non risolveranno né i patrocinatori del politicamente corretto, ne’ gli incantatori del popolo, voltagabbana ed opportunisti, né gli americani o gli europei (a cui ci siamo affidati mani e piedi) troppo intenti (giustamente) a perseguire i loro affari, molto spesso in conflitto con i nostri.

Ma una cosa positiva in tutto questo c’è.

È che sta rifiorendo un popolo, che adora la Patria, che si sente con orgoglio ITALIANO, e che sente forte la passione per una tradizione e per una cultura che tanti cercano di offendere, rinnegare o tacciare di razzismo.

Un popolo Libero sempre più disincantato e distaccato dalla politica, da qualsivoglia schieramento e dalle peripezie di personaggi o fantocci di basso profilo.

Sempre meno incline dall’essere tifoso di questo o quel presunto leader o dal farsi portare a spasso da una stampa prezzolata ed ideologizzata, mentre sempre più tifoso del proprio Paese e di quella parte della propria gente, ingannata da tutti, che si sbatte dalla mattina alla sera, in pace, con onestà e spirito di sacrificio, e che sarà quella che, diradate le nebbie della cialtroneria, dell’ipocrisia e degli interessi meschini, ancora una volta, si rimboccherà di più le maniche e ci tirerà fuori dal pantano.

Enrico Michetti


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