Juve-Napoli è finita con la lente di ingrandimento sull’autogol finale che ha finito per far parlare – molto, troppo – di una partita fortunata per i bianconeri. Non c’è dubbio che su un epilogo del genere incida la buona sorte, ma il giudizio sulla gara e sugli allenatori non può ridursi a un solo episodio. E, almeno a mio parere, sono tante le luci, molto più delle ombre, sull’operato di Sarri.

La Juve ha dominato la partita per un’ora, ha segnato tre gol e ha confermato sul campo quanto fossero felici le scelte del suo allenatore.

Khedira e Matuidi, tanto discussi, sono stati tra i migliori e autentico motore di quell’ora di gioco che ha premiato i Campioni con i tre gol. Va dato merito a Sarri per aver recuperato e impiegato due giocatori che sembravano destinati ad andar via, senza piegarsi alla necessità di mostrare immediatamente i nuovi acquisti che saranno utili – eccome se saranno utili – ma hanno bisogno di integrarsi alla perfezione in un gioco in via di trasformazione. E il campo ha spiegato perfettamente anche perché, prima dell’infortunio di Chiellini ci fosse un pizzico di prudenza sull’impiego di De Ligt.

L’olandese è fortissimo, ma come tutti – e come succede anche ai campioni – ha bisogno di capire i meccanismi del nuovo campionato e della nuova squadra. Senza contare, ma questo si sapeva già, della scelta felice di dar spazio a Higuain che con il suo vecchio maestro sembra aver ritrovato il massimo della determinazione.

Insomma, secondo me, Sarri esce vincitore – non solo nel risultato, alla fine un po’ casuale – da questa sfida.

E non devono trarre in inganno I tre gol subiti, che potrebbero in qualche modo richiamare alle responsabilità di qualsiasi tecnico. I gol sono arrivati, sembra evidente, per un senso (criticabile) di appagamento dei giocatori e due su tre su calcio piazzato.

In questi casi, non può essere l’allenatore (o no?) il responsabile principale.

Insomma, a Sarri io darei un bel 7. Ben sapendo che la Juve può e deve comunque migliorare. E molto.

Alessandro Vocalelli


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