Ultima settimana di chiacchiere. Ultima settimana con il pallone di plastica, poi verrà il cuoio. Si gioca con il mercato, ambulanti del giornalismo propongono merce fasulla, il calcio sopravvive anche a costoro. Molti dubbi sulle cosiddette grandi, Sarri, Conte, Ancelotti, la triade imprevista è chiamata alle armi.

Intraviste, finora, immagini di Inter, nebbiose quelle della Juventus, nuvolose quelle del Napoli, tutto nella logica, anche perché sarebbe strambo vedere muscoli già pronti e lucidi. Molta curiosità attorno a Balotelli e al suo rientro in serie A, Cellino si è definito un leone e idem per il ragazzo, totale il Brescia ha due felini, il circo è garantito ma non si hanno notizie del domatore. Balotelli se la rigioca a ventinove anni, per alcuni è l’età della maturità, per un calciatore è il momento della verità anche se, nel caso in questione, Balotelli si è iscritto a troppi corsi di recupero risultando assente il giorno dell’esame conclusivo. Sarebbe bello se smentisse se stesso, consegnando al Brescia gol e nuovo entusiasmo.

Abbiamo bisogno di calciatori e non di premesse o promesse, Balotelli non sta in testa ai pensieri ma è nei titoli estivi.

Come Icardi che rappresenta il caso dell’anno sul quale l’Inter ha giocato come farebbe un bambino con la presa della corrente elettrica: non accade nulla fino a quando la scossa non ti fa saltare in aria. Dunque Icardi potrebbe scaricare il suo voltaggio su Marotta e i cinesi, molto nervosi per l’andazzo delle cose.

Una nota a margine: l’arbitraggio di madame Frappart nella finale di supercoppa ha provocato entusiasmo però il comandante dei nostri arbitri, il toscano fumante Nicchi, ha chiarito che non è ancora il tempo per noi italiani. Dunque il calcio francese, come testa e organizzazione, è avanti di qualche giro rispetto a noi. Rifletta Nicchi, usi il Var per capire di chi sia la responsabilità. Non certo dei giornalisti.

Tony Damascelli


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