Ore ad altissima tensione, quelle trascorse nella periferia Nord di Roma. Ha avuto luogo, tra la tarda serata di ieri e questa mattina, lo sgombero di un’ex scuola occupata in via Cardinal Capranica, nel quartiere di Primavalle.

Alle operazioni di sgombero, che era stato deciso in un vertice in prefettura il 28 febbraio scorso col placet del ministro Salvini, è susseguito uno scenario quasi da guerriglia urbana. Macchine rovesciate, cassonetti incendiati, e oggetti lanciati dall’alto del tetto dell’ex scuola contro le forze dell’Ordine da parte degli occupanti, che protestavano animatamente.

Il bilancio è fermo a tre persone arrestate, una donna italiana e padre e figlio di origine marocchina, e diverse denunce. A parlare della vicenda a “Lavori in corso”, esprimendo il proprio punto di vista, è stato il direttore di RomaToday, Matteo Scarlino.

Sgombero stabile occupato a Primavalle, il punto di vista del direttore di RomaToday Matteo Scarlino

Ho una mia idea rispetto a questa cosa: sicuramente ha dato molto l’idea della guerra, ma da entrambe le parti. Non prendo le parti dell’una o dell’altra fazione. Tanto le forze dell’Ordine quanto gli occupanti sembravano dover difendere le proprie parti. A me la cosa che ha colpito è stato che questa cosa è avvenuta davanti a tanti bambini. Ci sono state dirette anche fatte dal terrazzo, bambini che inveivano dal terrazzo con il megafono in mano nei confronti delle forze dell’Ordine. Personalmente, non è una bella scena” ha osservato, in apertura, il direttore di RomaToday.

E’ un’operazione di polizia. La polizia ha fatto il suo dovere, nel momento in cui deve portare a casa il risultato che, in questo caso, è lo sgombero. Poi, valutazione mia, è stata anche una prova di forza politica. Lo ricordava prima Luigia (Luciani, n.d.r.). E’ una questione che va avanti da tempo. Da tempo Salvini, la Raggi e la Regione si fronteggiano tra una linea soft, che è quella del Comune, quindi con il trovare un’alternativa degna come è stato per altre occupazioni, e il ministro degli Interni che, invece, vuole una linea più dura, sgomberi anche senza alternativa” ha detto Scarlino, specificando poi che “nelle ultime settimane, sembrava prevalere la linea Raggi. Da mercoledì, giovedì scorso si è tornati a parlare di sgombero e oggi c’è stata davvero una prova muscolare da parte delle forze dell’Ordine. Quindi sì, è giusto portare a casa il risultato, però mi chiedo anche se magari dietro non ci sia anche un intento politico“.

Sgombero a Primavalle, l’intervista ad Amedeo Ciaccheri, Presidente VIII Municipio

La vicenda dello sgombero dell’ex scuola occupata a Primavalle è stata affrontata anche dal Presidente dell’VIII Municipio, Amedeo Ciaccheri.

Vedo che c’è una latenza, da parte della politica, di seguire alle emergenze sociali della città. Ero là con alcuni consiglieri regionali, con altri rappresentanti delle istituzioni locali, ma in un municipio che, lo dico subito, non è il mio municipio di appartenenza” ha ricordato il Presidente dell’ottavo Municipio capitolino.

Circa le dinamiche istituzionali per l’attuazione di questo sgombero, Ciaccheri ha osservato che “credo che l’unica motivazione che può dare seguito a un’accelerazione di questo tipo sia una motivazione che venga da dei livelli politici sovraordinati rispetto a quelli che erano al lavoro dentro la cabina di regia“.

Immagino” ha proseguito il Presidente dell’VIII Municipio “un’indicazione netta da parte del ministro degli interni sulla necessità di dare seguito a un intervento forzoso, nonostante il lavoro pregresso per evitare proprio questo. Ossia, la rottura di qualsiasi livello di mediazione verso un elemento che non è lo sgombero o meno, ma è qual è la soluzione alternativa al disagio abitativo che interessa 300 persone che, all’indomani dello sgombero, saranno costrette a delle soluzioni d’emergenza“.

Luca Fagiano: “Sgombero stabile occupato a Primavalle? Un assedio”

Ha espresso il proprio pensiero sulla questione dello sgombero dello stabile occupato a Primavalle anche Luca Fagiano, attivista dei Movimenti per il diritto all’abitare.

In merito allo sgombero dell’ex scuola, sulla quale, secondo Fagiano “Non c’era nessuna urgenza d’intervenire. Si poteva aprire un ragionamento con le famiglie, che si sono dimostrate disponibili in ogni momento a ragionare in termini di risoluzioni e di possibilità. Invece si è scelto di piantare una pericolosa bandierina politica, mostrare i muscoli, perché probabilmente è più difficile in questo momento parlare degli scandali o di quello che questo Governo non riesce a fare“.

Questo prezzo però” ha detto Luca Fagiano “lo pagano tante persone che sono quelle che più soffrono dentro una sofferenza generale. Per me è una cosa gravissima, 80 bambino sotto assedio, cacciati dalle loro stanze, dalle loro case, senza che non si sia fatto nessuno sforzo, nessun percorso per costruire un’alternativa“.

A una domanda mirata posta da Luigia Luciani, l’attivista ha risposto che “le uniche due occasioni in cui ci sono stati rapporti con le istituzioni sono quando le famiglie sono andate al Municipio, per chiedere chiarimenti su quello che si diceva sarebbe accaduto, ricevendo la risposta ‘sarete sgomberati, poi vedremo’, ma senza indicare nessuna soluzione. L’altro contatto con le istituzioni è stato una serie di telefonate arrivate a una parte delle famiglie, neanche a tutte, nella giornata di venerdì, in cui un numero sconosciuto di sedicenti assistenti sociali (non era un numero del Municipio) diceva che ci sarebbero state delle soluzioni. Questi sedicenti assistenti sociali dicevano ‘noi non le sappiamo queste soluzioni, ma non vi preoccupate che poi, in qualche modo vi aiutiamo’. Altro non c’è stato, fino alla militarizzazione di un quartiere, all’assedio delle forze dell’Ordine”.