Mauro Icardi non è più un calciatore. Così sembra, stando alle notizie che arrivano, strane pure quelle, da Lugano.

Dunque Icardi Mauro è stato rispedito a casa perché i test fisicoatletici (?) ai quali si è sottoposto avrebbero dato risultati negativi se non sconcertanti. Dunque si dovrebbe presumere che lo stesso atleta sia ormai al tramonto, fuori servizio, fuori forma, fuori dall’Inter, fuori da ogni logica.

Non c’è una spiegazione. O, meglio, le spiegazioni sono molteplici e coinvolgono il club più del calciatore, il quale può avere commesso errori di comportamento, di educazione, di rispetto delle regole, ma non ha compiuto atti criminali e lesivi delle proprie responsabilità professionali. Del resto esistono precedenti illustri in casa nerazzurra. Che so un Taribo West che si rifiuta di pagare la multa inflittagli da Mazzola. O Di Biagio e Vieri che nottetempo se la svignano dal ritiro di Appiano con la scusa dei termosifoni mal funzionanti e altre sciocchezze infantili ancora. Ma nel caso in questione è il club ad avere commesso mille e più di mille idiozie, già rimarcate dall’ex presidente Moratti.

Beppe Marotta ha voluto alzare la voce pensando di essere ancora alla Juventus. Là dove, in verità l’uomo da spogliatoio era il suo collega Paratici, insieme con Nedved e, comunque, la presenza di Andrea Agnelli chiudeva il circolo, in un ambiente, quello torinese, dove ogni sospiro resta sotto traccia.

A Milano basta un leggero colpo di vento e diventa tsunami.

Icardi è stato gestito come uno del Beccaria, carcere minorile. È stato sbattuto in prima pagina e in ultima fila, lui con la signora Wanda ha pagato colpe eccessive che si sarebbero potute ridurre a qualche provvedimento punitivo e stop. E invece l’Inter ha deciso di andare a piedi uniti, sbagliando l’intervento, bruciando un capitale tecnico e patrimoniale clamoroso, finendo per ritrovarsi con un peso che non può e non vuole sopportare, al punto che Conte, ultimo arrivato, ha fatto finta di essersi allineato ai voleri del club ma è stato lui, per primo, a chiedere la testa dell’argentino così come quella del belga Nainggolan.

Ora l’Inter non può certo esigere cifre sontuose per la cessione del suo centravanti. Prendere o lasciare, senza tirare in ballo Juventus o Napoli che sono già coperte nel ruolo. Faccia, una volta per tutte, chiarezza con sé stessa e non con la stampa. Dimostri che i cinesi vogliano davvero ricostruire una grande squadra. Altrimenti sappiano che non basta l’ingaggio di Conte per tenere a bada i tifosi, così come non basta avere una buona stampa come Minculpop, ministero di cultura popolare.

Icardi lascerà l’Inter ma è l’Inter che ha abbandonato sé stessa.


LEGGI ANCHE: