Articolo 1

Al sindaco di Roma, pro tempore non può essere attribuita alcuna responsabilità in merito alla gestione dei servizi pubblici cittadini, delle opere, delle forniture, finanche per la loro assoluta carenza.

Articolo 2

Ogni responsabilità è sempre declinata al sindaco precedente.

Articolo 3

Laddove ciò non fosse sufficiente e’ possibile estendere la responsabilità a tutti i sindaci di Roma dell’ultimo secolo.

Articolo 4

In caso di difficoltà sconcertanti dell’assetto viario le responsabilità potrebbero essere addirittura attribuite a consoli e magistrati romani dell’epoca repubblicana ed imperiale.

Articolo 5

In caso di carenze macroscopiche riguardanti l’igiene urbana ben potrebbe avviarsi un procedura di messa in stato di accusa dell’Imperatore Vespasiano.

Articolo 5bis

Per ogni tipo di incendio, ed in particolare per quelli agli impianti di trattamento dei rifiuti (TMB) od agli autobus pubblici, il Sindaco può sempre invocare la responsabilità dell’Imperatore Nerone

Articolo 6

A Giulio Cesare, su cui pesa l’aggravante dell’enorme perizia, potrebbero essere attribuite responsabilità in merito alla mancata costruzione del “Ponte delle discordie” necessario all’avvio del Progetto Stadio.

Articolo 7

In caso di alluvioni, pestilenze ed aggressioni esterne la responsabilità in via del tutto eccezionale può ancora essere attribuita ad Annibale Barca, ai Galli ed ai Parti.

Articolo 8

Resta invece del tutto esclusa la possibilità di attribuire responsabilità agli Assiro Babilonesi ed ai Sumeri (non ai somari, è sempre bene precisare), anche se a breve con la cancellazione della prescrizione potrebbero tornare in ballo anche loro.

Articolo 9

La stessa straordinaria immunità concessa al sindaco pro tempore è concessa a Romolo e Remo, non fosse altro perché la leggenda farebbe risalire a loro la nascita di Roma, effettivamente un evento non di poco conto.

Articolo 10

A decorrere dall’entrata in vigore del presente Statuto viene introdotto il culto dell’otium, alla cui venerazione verranno portati i migliori esempi di immobilismo, deresponsabilizzazione, paralisi e desertificazione della Città Eterna.

Articolo 11

Per tutte le eventuali responsabilità, danni, inerzie e mancate opportunità pagheranno sempre i cittadini di Roma e tutti i soci italici.

Con il solito massimo rispetto e scusandomi per un po’ di sana ironia, auguro a tutti, in primis alla sindaca di Roma, una buona giornata.

Enrico Michetti