La nostra storia non si tocca. Matteo Salvini è determinato ad andare avanti con il suo progetto di Lega a vocazione nazionale, senza però rinunciare alle ‘origini’, ovvero alla Lega Nord, destinata a rimanere in piedi, casa lombarda per militanti e irriducibili del credo padano. Se da una parte, il passato va preservato, dall’altra è tutto pronto per il collaudo di ‘Lega per Salvini Premier’, finora soggetto ‘affiancato’ al vecchio simbolo del movimento fondato da Umberto Bossi, che presto dovrà camminare sulle proprie gambe. Una scelta precisa – quella di sdoppiarsi – che sembra avere riscontro anche a livello economico.
Spulciando sui siti della vecchia Lega e di Salvini premier, gli “elenchi dei contributi” incassati dal partito e ricevuti da persone fisiche, deputati, senatori e società a partire dal 31 gennaio scorso, secondo quanto previsto dalle nuove norme della cosiddetta legge ‘spazza-corrotti’ sulla trasparenza dei finanziamenti ai movimenti politici, si scopre che alcuni parlamentari preferiscono pagare la quota dovuta alla Lega mensilmente (3mila euro) ed eventuali arretrati alla ‘Lega Nord’ (a cominciare dal numero due di via Bellerio, Giancarlo Giorgetti), mentre altri versano alla ‘Lega per Salvini premier’.
Scorrendo online “l’elenco dei contributi ai sensi dell’articolo 11 dalla cosiddetta spazza-corrotti, percepiti in oltre due mesi, ovvero dall’entrata in vigore della legge fortemente voluta dai Cinque stelle (ovvero a partire dal 31 gennaio 2019 fino ad oggi), bisogna distinguere tra gli importi ricevuti dal movimento guidato da Salvini come ‘Lega Nord’ (meno di 11mila euro) e quelli ottenuti come ‘Lega per Salvini premier’ (oltre 52mila euro).
Nel caso della ‘Lega Nord’, su 181 parlamentari in 4 hanno versato le quote dovute (tremila euro al mese più arretrati): si tratta del numero due di via Bellerio Giancarlo Giorgetti (3mila euro in due tranche, 1155 e 1845 euro); della responsabile del Sud, l’onorevole Giuseppina Castiello (3mila euro in due rate 1845 e 1155); del deputato Ugo Parolo (1845 euro) e dell’eurodeputato Angelo Ciocca (unico versamento di 3mila euro). Tutte somme accreditate alla data del 31 gennaio scorso per un totale di 10mila 845 euro.
La ‘Lega per Salvini premier’, invece, ha incassato complessivamente 52mila 425 euro da 20 parlamentari, tra deputati, senatori ed eurodeputati. Tra i ‘finanziatori’, che compaiono nella lista pubblicata sul sito il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli con due tranche di 2090 e 910 euro; il senatore Paolo Arrigoni, membro del Copasir (3mila euro); il viceministro allo Sviluppo economico, Dario Galli (due rate di 1845 e 1155 euro).
Intanto in vista del voto del 26 maggio per le europee, a quanto apprende l’AdnKronos, sarà completato il passaggio dei salviniani nel nuovo soggetto nazionale, che – registrato con statuto ‘sovranista’, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 dicembre del 2017 – sarà, in tutto e per tutto, la casa dei leghisti guidati dal ministro dell’Interno.
La Lega Nord custode dell’identità storica verrà di fatto svuotata, ma non archiviata. Resterà a disposizione di tutti, ma il futuro è già segnato: la nuova Lega, quella a nome di Salvini, avrà un’impronta diversa, sul piano grafico, organizzativo e territoriale, con una sola concessione al passato, la storica sede di via Bellerio considerata intoccabile.
Nelle scorse settimane, nelle sezioni del Carroccio, è stata ribadita la necessità di iniziare a portare in soffitta il vecchio logo della Lega Nord. In un messaggio dei vertici, indirizzato ai segretari provinciali del Carroccio, di cui l’AdnKronos ha preso visione, si legge tra l’altro che “l’unico simbolo utilizzabile, come già abbondantemente segnalato, è il contrassegno elettorale, utilizzato per le politiche del 2018”, cioè quello con la dicitura Salvini Premier sotto il nome ‘Lega’ e l’immagine storica di Alberto da Giussano’.
Un invito che i segretari provinciali fanno proprio, chiedendo ai militanti di fare in modo “che le locandine di feste e eventi non riportino più simboli ormai superati’.
Dentro ‘Lega-Salvini premier’ si stanno ormai completando le strutture nazionali. Il movimento politico ‘Lega per Salvini Premier’, raccontano, dovrebbe farsi carico del coordinamento federale, con ‘associazioni regionali’ che si stanno organizzando da Nord a Sud, dal Friuli alla Sicilia. Per tutti pari dignità, mentre il tesseramento dei militanti, per ora appannaggio delle regioni ‘padane’, verrà aperto anche al Meridione, dove, finora, circola solo la tessera da sostenitore.
Intanto le prime mosse svelate in chiaro da Salvini, nei giorni scorsi, sono state due incarichi di peso: quello di Marco Zanni, eurodeputato della Lega, vicinissimo allo stesso Salvini e al ministro Lorenzo Fontana, come responsabile Esteri del partito, che da settimane è al lavoro per tessere le alleanze europee della nuova Lega. E quello di Alessandro Morelli, presidente della Commissione trasporti della Camera, che ha assunto il compito di responsabile per l’Editoria di via Bellerio.
Un lavoro organizzativo che sarà pronto entro la prossima campagna elettorale per le europee, senza ulteriori interventi sullo statuto, già declinato in versione sovranista tre anni fa, a differenza di quanto continua a riportare lo statuto della ‘vecchia’ Lega nord, che invece è restato – fino al restyling statutario del 2015, l’ultimo fatto – partito a vocazione nordista, che si impegna tuttora “per l’indipendenza della Padania”.