Dopo il famigerato gol di Gervinho valido per il 3-3 allo Stadium, sono esplose le critiche nei confronti delle trattative fatte dalla società bianconera per quanto riguarda la difesa. Ovviamente si parla tanto di Rugani e degli infortuni di Chiellini e Bonucci, ma altrettante parole le fa spendere la vicenda Benatia, al posto del quale alla corte di Allegri è arrivato Martin Caceres.

La partita dell’uruguagio non è iniziata nel migliore dei modi ma tutto sommato è stata una prestazione ordinata. Questo ovviamente passa in cavalleria perché per il tifoso (soprattutto quello bianconero) prendere tre gol è un sacrilegio e la rabbia social si è subito abbattuta sulla retroguardia juventina, coinvolgendo anche Caceres, subito bocciato più per essere il “responsabile” della partenza di Mehdi Benatia che per la partita contro i ducali.

Le dichiarazioni del marocchino sono benzina sul fuoco dell’insoddisfazione bianconera, “pensavo di finire la carriera qui” aveva detto amareggiato alla sua partenza da Vinovo. Parole che riecheggiano grazie anche ai sei gol presi dalla Juventus in due partite e che rendono Benatia una sorta di martire della decisione di Paratici (che poi è stato il nuovo difensore dell’Al-Duhail a chiedere la cessione) ma come se la sta cavando il tanto rimpianto centrale in Qatar?

Diciamo che, facendo un confronto a distanza tra lui e l’uruguagio ex Lazio il primo match lo vince decisamente Martin Caceres. Non vi fidate? Possiamo solo dire che Benatia due giorni fa è partito (ovviamente) da titolare contro l’Al-Gharafa: l’esito è una sconfitta di misura per la squadra del marocchino, che è stato sostituito dopo quarantacinque minuti conditi da una cartellino giallo. L’ammonizione lo ha dunque portato ad assistere alla sconfitta dell’Al-Duhail nel match valido per la QSL dalla panchina. “E’ una serie minore“, direte voi, “cosa glie ne importa“. Sì certo, talmente minore che Benatia, che ha giocato diverse partite nella competizione più importante al mondo, avrebbe dovuto disputarla ad occhi chiusi.

Ovviamente non si discute il suo valore ma talvolta forse ci sarebbe bisogno di più cautela negli impietosi giudizi dettati dalla rabbia.